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Cronaca

Dalla Svezia all'Iran a piedi passando per Ravenna: "Sogno un mondo senza estremismi e terrorismo"

L'intrepido viaggiatore, che a 15 anni si è trasferito dall'Iran alla Svezia per sfuggire alla guerra, sta affrontando questo viaggio per un motivo ben preciso: chiedere maggiori diritti in segno di protesta contro il terrorismo e il fondamentalismo

Una camminata dalla Svezia all'Iran per protestare contro il terrorismo e il fondamentalismo e lanciare un appello per chiedere maggiori diritti: è "Walking to Iran for freedom", il viaggio intrapreso da Kamran Ghaderi, 46enne nato in Iran e trasferitosi in Svezia a 15 anni per scappare dalla guerra. Kamran è partito il 20 marzo dalla Svezia, dove vive con la moglie e due figli, e ha già attraversato 9 paesi. "Dalla Svezia sono arrivato in Polonia, poi in Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Ungheria, ma al confine con la Serbia ho dovuto fermarmi e cambiare rotta: in Ungheria termina lo "Spazio Schengen", dove la circolazione delle persone è libera. Il mio passaporto iraniano, infatti, non è più valido perchè quando sono scappato dalla guerra, secondo il governo, ho "abbandonato" il mio paese: per poter andare oltre avrei dovuto firmare il "mercy call" all'Āyatollāh, ma non l'ho fatto per una questione di principio".

Kamran ha così dovuto cambiare percorso su due piedi, risalendo per la Slovenia e arrivando in Italia. "Sono passato dal Friuli, fino a poco fa ero a Venezia e ora sarò per qualche giorno a Ravenna. Poi scenderò verso Bari, da dove mi imbarcherò per la Grecia e potrò richiedere un nuovo passaporto all'ambasciata. Passerò dalla Turchia e arriverò in Iran tra agosto e settembre". Kamran viaggia con un carrellino a tre ruote su cui ha caricato lo stretto necessario per vivere. "Ho con me una tenda, di notte mi accampo un po' dove capita: spesso i residenti mi indicano zone in cui posso sostare senza problemi, altre volte invece mi viene chiesto di spostarmi. Ogni tre o quattro notti mi fermo in un hotel, così posso lavarmi e riprendermi un po'". Fino a qualche mese fa Kamran era un insegnante di sostegno e praticava sport e allenamento a livello molto intenso: "Mi sono licenziato dopo un brutto incidente in skateboard che mi ha causato un danno al collo. Non potevo più allenarmi come prima, quindi ho iniziato a camminare. Così, un po' per caso, è nato tutto. Certo non è facile, i chilometri sono tanti e spesso sbaglio strada, nonostante abbia sempre con me il navigatore. Inizialmente, secondo il percorso che avevo programmato, avrei dovuto camminare per 6000 chilometri circa: ora credo siano diventati 7000".

GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA ===> Il viaggio di Kamran

L'intrepido viaggiatore sta affrontando questo cammino per un motivo ben preciso: chiedere maggiori diritti, auspicando alla pace in segno di protesta contro il terrorismo e il fondamentalismo, non solo islamico, ma di qualunque tipo. "Sogno un mondo in cui poter vivere senza estremismi. Lo faccio soprattutto per gli iraniani, che spesso mi scrivono messaggi di supporto perchè apprezzano quello che faccio e perchè anche loro sognano un mondo migliore, in cui poter vivere davvero liberi". Kamran ha gli occhi lucidi mentre racconta la sua storia: "In Iran c'è una situazione orribile, e io non riuscivo più a sopportare questa "pazzia" senza fare nulla. È un atto simbolico: cammino per la pace. Ci sono intere popolazioni sotto il dominio del fondamentalismo islamico che meritano una vita migliore. Sento che Dio mi ha dato la forza e le gambe per fare questo. Chiunque merita di avere una bella vita, e gli iraniani non sono un'eccezione".

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