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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Tangenti per lavori pubblici in Sicilia, serie di arresti: coinvolta un'azienda di Ravenna

Un'azienda di Ravenna è rimasta coinvolta in un'operazione della Guardia di Finanza di Catania, culminata con otto misure cautelari

Un'azienda di Ravenna è rimasta coinvolta in un'operazione della Guardia di Finanza di Catania, culminata con otto misure cautelari, tra cui il sindaco di Acireale, un membro della giunta comunale e due dipendenti pubblici in servizio presso il Comune di Acireale. L’operazione denominata “Sibilla” iniziata nel 2017 e condotta dalla Tenenza di Acireale sotto la direzione della Procura della città siciliana, ha portato alla luce quattro diversi episodi di corruzione e turbativa d’asta nella gestione della cosa pubblica.

In particolare, secondo le accuse, il sindaco Roberto Barbagallo avrebbe imposto alla polizia locale di avviare controlli amministrativi nei confronti di alcuni imprenditori al fine di indurli, per evitare la sanzione, ad avvicinarlo, per ottenere sostegno elettorale. Per il reato di induzione alla corruzione, il GIP ha ordinato la traduzione in carcere del Sindaco, nonché gli arresti domiciliari per il funzionario di polizia compiacente. 

Un altro episodio contestato riguarda la realizzazione dell’ampliamento del cimitero comunale di Acireale, opera pubblica affidata alla ATI (Associazione Temporanea di Imprese) San Sebastiano s.r.l., con sede a Ravenna. In questo caso durante la fase terminale dei lavori, il responsabile della Protezione civile del Comune di Acireale, Salvatore Di Stefano, avrebbe curato il collaudo dell’opera, attestando che l’intervento era stato eseguito a regola d’arte. Tuttavia, nella certificazione redatta dal dirigente, sono state indicate operazioni di verifica strutturale presso il cimitero in realtà mai effettuate: anzi, dalle indagini è emerso che i quattro verbali di sopralluogo sarebbero stati predisposti nel momento finale della stesura del collaudo dal referente in loco dell’impresa costruttrice, con l’ausilio del consulente tecnico dell’impresa stessa.

Per il collaudo, il funzionario pubblico ha fatturato alla società 6.600 euro a titolo di “compenso professionale”, sebbene la legge preveda che al collaudatore sia corrisposta solo una indennità in busta paga, proprio al fine di evitare inopportuni contatti con il privato. La somma ricevuta è stata dunque qualificata dall'autorità giudiziaria come “tangente” per la buona riuscita delle operazioni di verifica. In carcere è così finito anche  il referente dell’ATI, Salvatore Leonardi, mentre è stata adottata la misura degli arresti domiciliari per il consulente tecnico Angelo La Spina. Infine, le indagini hanno avuto ad oggetto alcuni incarichi professionali relativi alla progettazione di impianti sportivi affidati illecitamente dai Comuni di Acireale Malvagna.

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