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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Crisi, i giovani puntano sulla tecnologia: "E' il segnale che non ci si arrende"

"Bisogna fare di più per le imprese - osserva Manzoni -. La crisi però sta portando anche un rapido rinnovamento generazionale

Non si ferma la tendenza negativa per le piccole, medie e imprese anche nella nostra provincia. Sono i numeri ancora una volta a definire in modo oggettivo la situazione delle imprese. Nel primo bimestre del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, solo nel settore della distribuzione al dettaglio, hanno già chiuso i battenti nel ravennate ben 101 attività, mentre continuano ad essere  ridotte le nuove aperture di attività (47) con un saldo negativo di -54.

Un dato questo sul quale peraltro pesano le nuove aperture di attività di commercio al dettaglio di automobili (usate), ancora ben +19 nei primi due mesi. Mentre nel dettaglio il saldo (tra aperte e chiuse) è di -11 sull’alimentare tra cui -4 nell’ortofrutta e -50 nell’extralimentare (tra cui -17 tessile e calzature, -3 articoli da regalo e -3 carburanti).

Per quanto riguarda invece le imprese ricettive e di ristorazione, il dato del primo bimestre è ancora più pesante: hanno chiuso 75 attività, se ne sono iscritte 13, per un saldo complessivo di -62 così suddivise: -36 ristoranti e -20 bar. Landamento dei primi due mesi del 2014 è peggiore dello stesso periodo del 2013 in particolare per il saldo negativo di bar e ristoranti. Si evidenzia una continuità negativa e peggiorativa. Lo scorso anno si era chiuso in provincia con un saldo negativo (sempre tra aziende aperte e cessate) di -106 nel commercio e -86 nella somministrazione e nel ricettivo (-33 bar, -41 ristoranti, -8 alberghi e -4 gelaterie).

Per il Presidente Provinciale della Confesercenti Roberto Manzoni “in realtà la situazione è realmente ormai oltre il limite sopportabile e la continua diminuzione di attività significa una vera sconfitta per tutto il mondo politico e un impoverimento per l’intero tessuto sociale che in alcune zone delle nostre città significherebbe desertificazione. E’ anche la sconfitta della creatività e della capacità imprenditoriale dei nostri concittadini, da sempre in prima fila per la capacità di innovare e di creare impresa".

"Sottolineiamo da diverso tempo l’emergenza e la pesante situazione,  ma fino ad ora siamo stati purtroppo inascoltati - continua Manzoni -. Il trend negativo che l’Osservatorio ha registrato è il segnale che i mesi sono passati e poco o nulla è stato fatto. Speriamo che questo nuovo Governo abbia in calendario come priorità politica il rilancio delle piccole e medie imprese, senza le quali l’intero nostro Paese non potrà vedere una ripresa economica; in ogni caso i provvedimenti annunciati in questi giorni, pur con alcuni limiti, vanno nella direzione giusta nel tentativo di rilanciare consumi e occupazione, riducendo nel contempo la spesa pubblica".

"Ma bisogna fare di più per le imprese - conclude Manzoni -. La crisi però sta portando anche un rapido rinnovamento generazionale: diverse delle nuove imprese sono avviate da giovani che investono in nuove tecnologie. È la dimostrazione della voglia di non arrendersi, soprattutto delle giovani generazioni che, anche a fronte di un tasso di disoccupazione da record, scelgono la via dell’auto-impiego. Fondamentale quindi tenerli sul mercato e agevolarli, così come sostenere tutte le imprese in difficoltà con una politica economica volta a supportare la crescita e i consumi, recuperando risorse con interventi coraggiosi tesi ad abbassare in modo strutturale la spesa pubblica improduttiva. Così come è necessario evitare ulteriori batoste fiscali, sia a livello nazionale che locale.”

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