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30enne morta durante il soccorso: operatore sanitario sospeso da Ausl. Il caso arriva in Regione

L'interrogazione di Marta Evangelisti (Fdi): "Ci sono legami tra il decesso e la lunga attesa per l'arrivo dell'automedica?"

"Fare chiarezza sul decesso di una ragazza avvenuto a Lugo e chiarire se sia attribuibile anche al non tempestivo intervento dell’automedica, da considerare non eccezionale alla luce del vasto territorio che quest’ultima deve coprire". A chiederlo, in un'interrogazione, è la consigliera regionale di Fratelli d'Italia Marta Evangelisti che ricorda come "nella notte tra il 12 e 13 aprile scorso, intorno alla mezzanotte, a San Bernardino di Lugo, è stato richiesto l’intervento del 118 per soccorrere una ragazza di 30 anni, senza particolari patologie, per perdita di coscienza: sono intervenute sul posto l’ambulanza “Conselice 28” e l’unica automedica disponibile, quest’ultima giunta con ritardo giudicato eccessivo e la ragazza è purtroppo deceduta durante il primo soccorso sul posto".

Evangelisti sottolinea come "l’Ausl ha sospeso l’operatore dell’automedica, ritenendolo colpevole di aver praticato manovre errate e considerando che una corretta manovra di disostruzione delle vie aeree avrebbe potuto salvare la vita della ragazza". Da qui l'atto ispettivo per capire se vi  siano legami tra il decesso e la lunga attesa dell'arrivo del mezzo di soccorso e per sapere dall'esecutivo regionale "se ritenga necessario ripristinare il sistema di soccorso pre-ospedaliero ante rimodulazione dell’Ausl Romagna".

La replica di Ausl Romagna

"La nota della consigliera Evangelisti riporta notevoli inesattezze rispetto all’intervento effettuato": lo afferma Ausl Romagna che sottolinea come "la chiamata al 118 riferiva di una persona giovane che era svenuta e che al momento della chiamata stessa parlava. Per tale motivo è stata inviata, come da protocollo di centrale, un’ambulanza in codice giallo, criticità che non richiede invio contemporaneo dell’automedica. All’arrivo del mezzo di soccorso, l’infermiere ha effettuato la prima valutazione ed in pochi minuti la situazione è peggiorata con perdita delle funzioni vitali, motivo che ha portato alla attivazione di mezzo medicalizzato".

"L’automedica è stata allertata a questo punto e ha impiegato 16 minuti dalla partenza per arrivare sulla paziente. Il quadro clinico purtroppo era tale che già alla prima valutazione del tracciato cardiologico non vi erano margini di manovra tali da assicurare la ripresa della paziente stessa. Non è possibile in alcun modo, stante il quadro clinico, affermare che la “manovra di disostruzione delle vie aeree”, messa peraltro in atto dall’infermiere intervenuto per primo, avrebbe potuto salvare la vita alla paziente - prosegue Ausl Romagna - Il tono allarmistico relativo al tema delle automediche ha superato ogni limiti di oggettività arrivando alla assoluta mancanza di rispetto per chi nel sistema 118 opera con professionalità e serietà. In casi di particolare criticità, come arresti cardiaci in pazienti giovani, è prassi effettuare un debriefing sull’intervento dei professionisti sanitari, dalla ricezione della chiamata al termine delle manovre".

"Ne è prova la riflessione successiva all’intervento in oggetto, che ha portato a rilevare elementi di mancata applicazione di procedure operative da parte dell’infermiere che non hanno comunque determinato causalità diretta con il decesso della paziente, sottoposta a manovre rianimatorie prolungate anche dopo l’arrivo del medico. Troppo semplicistico - conclude Ausl - il modo di accusare e privo di ogni fondamento scientifico stabilendo, peraltro in un comunicato stampa e senza aver prima approfondito realmente l’andamento dei fatti, colpe e relazioni causa-effetto derivanti da una volontà aprioristica di supportare la tesi di ripristino dell’automedica buttando in pasto a tutti il dolore di una famiglia per una così tragica fine di una giovane vita".

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