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Alluvione, respinta la mozione della minoranza. Ancora 20 famiglie fuori casa

La mozione proponeva di destinare una parte del bilancio corrente a favore dei cittadini costretti ad abbandonare a tempo indeterminato il proprio alloggio

È, nelle intenzioni del proponente, un semplice "gesto di attenzione e solidarietà" agli alluvionati ravennati ancora fuori di casa. Non certo "gente che vuole accaparrare soldi per bisogni inventati". La maggioranza in Consiglio comunale a Ravenna però boccia la mozione presentata ieri pomeriggio da Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna per "destinare una parte del bilancio corrente a favore dei cittadini costretti ad abbandonare a tempo indeterminato il proprio alloggio". Atto che si basa su una petizione firmata da 600 ravennati delle zone più colpite.

Si tratta di 100.000-200.000 euro, non certo un problema per il budget di Palazzo Merlato, argomenta il civico per provare a convincere il centrosinistra, "fate come volete ma vi arrampicate sugli specchi". Il fondo di emergenza sarebbe speso, se necessario, prosegue, a favore di chi non rientra entro la fine dell'anno e pagherà le bollette. Nessuna crepa nel "muro di Berlino" della maggioranza.

L'assessore al Bilancio Livia Molducci snocciola i dati: sono 388 le domande accolte di cas, contributo per autonoma sostituzione, e "le famiglie sono quasi tutte rientrate, ne restano fuori 20". Ma non a tempo indeterminato, precisa. Per il cis, contributo immediato sostegno, le domande ammesse sono 1.359 e tutte hanno ricevuto il primo acconto da 3.000 euro ed entro fine anno ci sarà il saldo.

Ci sono poi 1.140 domande per il fondo donazioni da parte di chi ha danni superiori a 5.000 euro e dei 2,1 milioni già destinati, ne mancano da distribuire 100.000 euro. Infine i 2,5 milioni di euro per esentare dalla Tari i cittadini di Savarna e la parte residuale per i danni ai beni mobili non indennizzati dallo Stato.

Cas e cis arrivano da Roma, "il documento chiede che il Comune, con un bilancio importante, si metta le mani in tasca", prende la parola il capogruppo di Fratelli d'Italia Alberto Ferrero. Ma è il collega Renato Esposito a scaldare il dibattito: "Voi governate questa realtà da sempre ma non vi crede più nessuno. Male amministrate Ravenna e vi siete opposti ai nostri concittadini. Certe prese di posizioni sono stucchevoli, lasciate perdere, non siete in grado di dare lezioni a nessuno. Al massimo imparate".

Gli replica subito Daniele Perini della lista De Pascale sindaco: "Non siamo all'università, smettila di dare i voti, l'assessore ti ha messo in buca e avete fatto un autogol". Di certo, aggiunge, "il Comune non ha dimenticato chi è fuori casa". Esposito vorrebbe allora intervenire per fatto personale e, impedito, si inalbera.

Alessandra Folli del Partito democratico ricorda che è stata deliberata dal Comune l'esenzione Tari per 1,2 milioni di euro, 700.000 euro a famiglie e 500.000 a imprese. "Occorre usare con attenzione numeri e parole per non cadere nella strumentalizzazione", sottolinea la dem. Da un lato "non è semplice" modificare capitoli di bilancio; dall'altro "ci sono incentivi messi a disposizione e il Comune tutela i cittadini cercando di portare sul territorio tutte le risorse che lo Stato deve mettere a disposizione, erogando i contributi delle donazioni e cercando tutti i fondi possibili". La mozione viene così respinta con 10 voti favorevoli e 20 contrari. (Dire)

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