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Cittadinanza onoraria al compositore ucraino, ma la Lega si smarca: "Non faccio il tifo per una fazione"

Prende decisamente le distanze da Rolando Alberto Ancarani di Forza Italia, "in enorme imbarazzo", da alleato, per le sue affermazioni. E chiudendo il dibattito il sindaco prende atto che "la seconda forza nazionale ritiene che dovremmo essere equidistanti tra le due parti, anch'io sento un certo imbarazzo"

Il compositore ucraino Valentin Silvestrov è da oggi cittadino onorario di Ravenna, non senza qualche polemica da parte della Lega. Il riconoscimento arriva infatti martedì pomeriggio dal Consiglio comunale con 29 voti favorevoli e un astenuto. Consiglio aperto, tra l'altro, da un minuto di silenzio in ricordo di Andrea Canevaro, il padre della scuola inclusiva recentemente scomparso, preceduto dagli interventi della presidente Ouidad Bakkali e di alcuni consiglieri.

Come spiega il sindaco Michele De Pascale, si tratta della prima cittadinanza onoraria di questa consigliatura, la terza da quanto è primo cittadino, con "tante chiavi di lettura e ragioni". In primo luogo si tratta di "uno dei più grandi compositori viventi a livello internazionale, grande intellettuale e maestro di musica", con "un legame particolare con la città". Ha infatti collaborato con Ravenna Festival, è stato protagonista del Viaggio dell'amicizia a Kiev nel 2018 e per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri ha realizzato una composizione inedita dedicata al Paradiso. Ed era in città con il teatro di Kiev pochi mesi or sonom ricorda. Conferirgli oggi la cittadinanza onoraria, continua De Pascale, perciò, "assume dunque un ulteriore connotato, un sapore amaro per quegli artisti, passati dagli strumenti alle armi, e poi riusciti a tornare a Ravenna grazie a una missione umanitaria". Silvestrov esprime una "voce luminosa sul tema della difesa dei diritti del popolo ucraino e per un messaggio di pace concreto". Dunque, conclude, "oltre ai meriti della persona c'è un messaggio forte di vicinanza e fratellanza con popolo ucraino e con quello che sta subendo".

Parole che fanno storcere il naso al leghista Gianfilippo Rolando, la cui posizione a sua volta crea alcuni imbarazzi in aula: si utilizza "un argomento del genere per fare propaganda bellica", sottolinea Rolando prendendo le distanze dalla "retorica del cattivo" usata dal primo cittadino. E pazienza se "qualcuno si imbarazza per la mia neutralità", chiosa l'esponente del Carroccio: l'artista non è contestabile ma "non è idoneo fare il tifo per una fazione, aizzare i toni e non auspicare la pace. Io - conclude - non faccio il tifo, per coerenza e rispetto al maestro che non merita un riconoscimento sulla base di un'onda geopolitica mi astengo".

Il capogruppo di Fratelli d'Italia Alberto Ferrero chiede di "mantenere la discussione nel merito", facendo notare che "se fosse stato afghano non gli sarebbe stata conferita la cittadinanza in questa occasione", mentre il vicino di scranno Renato Esposito ritiene "inaccettabile che si intervenga criticando le ragioni altrui". Prende decisamente le distanze da Rolando Alberto Ancarani di Forza Italia, "in enorme imbarazzo", da alleato, per le sue affermazioni: "Condivido la scelta della cittadinanza, ma la teoria di quanto è bravo ed eclettico viene dopo. La conferiamo in parte strumentalmente e sono d'accordo". Dello stesso avviso Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna: con il maestro c'è "un legame di grande valore e attualità" e si dà un "segnale di solidarietà a un popolo aggredito rispetto a un dittatore".

"Ci sono visioni inaccettabili, si tratta di un atto simbolico molto importante, una presa di posizione sulla democrazia", rimarca dai banchi del Partito democratico il capogruppo Massimo Cameliani. "Allora non dovremmo cantare O' sole mio che è stata composta a Odessa", rilancia Daniele Perini della lista De Pascale. Senza tralasciare che dal compositore, aggiunge Luca Cortesi di Coraggiosa, arrivano "messaggi universali di pace". Chiudendo il dibattito il sindaco prende atto che "la seconda forza nazionale ritiene che dovremmo essere equidistanti tra le due parti, anch'io sento un certo imbarazzo". Silvestrov "rappresenta nel suo Paese una voce autorevole contro i sentimenti antirussi, difende la cultura universale russa. La cittadinanza sarebbe stata strumentale - conclude - se non aveva un legame con Ravenna". (Dire)

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