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Castel Bolognese, Jacopo Berti si dimette dal consiglio: “Comune non accetta il confronto"

"Durante l’ultimo consiglio - ha evidenziato Berti - mi sono state attribuite parole inneggianti al razzismo che non ho mai detto, bensì sono state rilasciate da liberi cittadini castellani"

“Davanti ad un’istituzione che non accetta il confronto, io non posso fare altro che dimettermi”. Jacopo Berti, capogruppo e fondatore della Lista Prima Castello, ha annunciato le sue dimissioni dal consiglio comunale di Castel Bolognese, spiegando che “ci sono diverse motivazioni che hanno portato a questa mia scelta”. "La prima - chiarisce - nasce dall’ultimo Consiglio Comunale, dove dopo una filippica di ben 10 minuti del Sindaco Meluzzi sul tema razzismo e xenofobia, dove venivo accusato di aizzare le persone contro i profughi, non mi è stato dato diritto di replica”

"L’altra motivazione - aggiunge è dovuta al fatto che, essendo anche consigliere provinciale, ho deciso di mantenere la carica in Provincia per far si che questo ente non perdesse l’unico rappresentante castellano". Continua Berti: “Vedendo l’ottimo risultato raggiunto alle ultime elezioni comunali, in questi cinque anni continuerò a coordinare la lista Prima Catello! esternamente, e cercherò di creare un unico fronte di opposizione in vista delle prossime amministrative”.

“Ultimo punto, dimettendomi, lascerò il posto in Consiglio comunale a Michael Quercia, persona capace e preparata e quindi sono certo che la mia uscita di scena dall’aula consiliare, non avrà ripercussioni sui lavori della lista” "Durante l’ultimo consiglio - ha evidenziato Berti - mi sono state attribuite parole inneggianti al razzismo che non ho mai detto, bensì sono state rilasciate da liberi cittadini castellani. Il mio errore è stato quello di non eliminare immediatamente questi commenti dalla pagina Facebook della lista".

"Ammetto di aver sbagliato e ricoprendo una carica pubblica ho deciso di dimettermi - sottolinea -. Ma allo stesso tempo anche il sindaco Meluzzi, ha minacciato la mia persona e la lista su basi infondate strumentalizzando la questione e tacciandoci di razzismo; vorrei ricordare al Sindaco Meluzzi che accusare una persona di razzismo senza prove fondate che provino in maniera certa il fatto, è diffamazione ed è quindi perseguibile per legge. Quindi come io ho sbagliato e mi dimetto, anche lui che mi ha accusato ingiustamente, dovrebbe farsi un esame di coscienza emettere sul tavolo della giunta le proprie dimissioni".

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