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Stranieri, i cinque passi di Matteucci verso una buona immigrazione: "Un tetto ai flussi"

Secondo Matteucci "bisogna rivedere ulteriormente il regolamento Dublino dell'Unione Europea in materia di rifugiati e richiedenti asilo che è stato appena modificato senza tuttavia cambiarne la sostanza"

Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha presentato le sue proposte in materia di immigrazione dopo aver anticipato nei giorni scorsi la questione al leader del Partito Democratico, Matteo Renzi. Il primo cittadino chiarisce che "escono da un ambito locale e abbracciano quello nazionale ed europeo. Sono cinque idee che propongo alla discussione di tutti. A questo punto il mio auspicio è che questi temi entrino nel programma e nell’agenda di lavoro del nuovo Governo".

L’EUROPA FACCIA L'EUROPA. RIVEDERE IL REGOLAMENTO DUBLINO III SU RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO - Secondo Matteucci "bisogna rivedere ulteriormente il regolamento Dublino dell’Unione Europea in materia di rifugiati e richiedenti asilo che è stato appena modificato senza tuttavia cambiarne la sostanza. Questo regolamento prevede che coloro che arrivano irregolarmente in Italia come profughi, debbano necessariamente richiedere asilo nel Paese in cui approdano. Questo significa che l’Italia, vista la sua posizione geografica, è obbligata a gestire tutto il flusso di profughi. Inoltre, se un richiedente asilo arrivato in Italia tenta di raggiungere un altro Stato membro dell’Unione Europea, quest’ultimo lo rispedisce nel paese ritenuto  “competente”,  in quanto paese di arrivo iniziale, rimandando di fatto il profugo in Italia. Cosi l’Europa non fa l’Europa. Quello che serve è un accordo europeo che non tenga più in considerazione il paese di arrivo dei profughi, ma che preveda una quota congrua di richiedenti asilo per ogni Stato membro dell’Unione Europea, tenendo conto della loro capacità economica e di bilancio, della densità di popolazione e dell’effettiva capacità di accesso al mercato del lavoro".

CONTRASTO DELL’IRREGOLARITÀ. ESPULSIONI VERE - Per il sindaco di Ravenna "vanno abolite tutte le procedure di sanatoria ed emersione, che squalificano eticamente e giuridicamente la serietà delle leggi ordinarie in materia di ingressi. Va abolito il reato di clandestinità, facendolo tornare illecito amministrativo così com’è nel disegno di legge approvato in Senato. È una previsione di reato inutile che è servito solo a ingolfare ulteriormente i Tribunali, in sostanza:  è stato solo un dannoso spot elettorale. Auspichiamo che il Ddl  passato al Senato segua il suo positivo corso anche alla Camera per i motivi sopra elencati. Va invece snellito il procedimento amministrativo di espulsione e ne vanno ridotti i costi. Va data assoluta priorità all’espulsione di coloro che hanno commesso reati con pena prevista superiore ai due anni".

LAVORO: UN LIMITE AI FLUSSI - Illustra il sindaco: "Nel 2000 a Ravenna vivevano 644 immigrati comunitari e 3.960 immigrati extracomunitari. Nel 2013  i comunitari sono 5.948, gli extracomunitari 13.040. Nel 2009 i disoccupati nel territorio comunale di Ravenna erano 16.000. Oggi sono 22.000. E nei prossimi mesi esploderà il problema della casa, perché crescerà il numero delle persone che non riuscirà a pagare l’affitto o il mutuo. L’immigrazione si è concentrata negli anni dove c’erano le occasioni di lavoro, e cioè nelle città del centro nord. Si addensa nei quartieri dove gli affitti costano di meno. È evidente che c’è un problema di sostenibilità sociale della quantità dei flussi migratori. Dunque bisogna ripensare le politiche dell’immigrazione. È un problema italiano ed europeo".

Matteucci sprona "la sinistra a discutere e decidere nuove politiche per l’immigrazione. Ci vuole un nuovo corso per evitare il collasso del mercato di lavoro, del welfare e della coesione sociale. La crisi prefigura per i prossimi anni una condizione in cui l’offerta di lavoro garantita dai lavoratori stranieri già presenti in Italia appare più che sufficiente (Vedi le indicazioni nella “Relazione sul mercato del lavoro dei cittadini stranieri nel secondo trimestre 2013” del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali)".

"L'Italia deve investire sui processi di riqualificazione e riconversione dei lavoratori stranieri disoccupati, nell’ambito delle più generali politiche attive del lavoro - continua il primo cittadino -. La limitazione dei flussi richiede una nuova correlazione tra la gestione dei flussi migratori e le politiche di accoglienza ed integrazione sociale: nel senso che sta aumentando l’accesso degli immigrati ai servizi di welfare (sanità, scuola, casa, sociale, eccetera). Occorre pertanto evitare il prodursi di una frattura sociale soprattutto tra le fasce più povere della popolazione. Coniugare i flussi migratori con le politiche di integrazione rappresenterà in futuro uno degli elementi centrali delle politiche di coesione sociale e di prevenzione dei conflitti raccomandate anche dall’Unione Europea.

LIBERA CIRCOLAZIONE IN EUROPA. L’ITALIA DEVE RIFORMARE LA GIUSTIZIA - "Non ho mai avuto in mente un passo indietro sul trattato di Shengen - sottolinea il primo cittadino bizantino -. Su questo punto non è  l’Europa ma l’Italia che deve cambiare passo e direzione. L'Italia è al 126esimo posto al mondo per la durata media dei processi: 2603 giorni, 86,7 mesi, 7,1 anni. Allontana gli investitori per colpa di una burocrazia lenta e farraginosa e attira presenze poco desiderabili. È necessaria una tendenziale unificazione degli oltre 30 riti processuali esistenti favorendo la specializzazione dei giudici; la semplificazione delle motivazioni delle sentenze; l’applicazione del decalogo messo a punto dal Tribunale di Torino sulla concentrazione delle attività investigative e sulla direzione dell’istruttoria dibattimentale, che ha consentito di ridurre del 33 per cento il carico pendente tra il 2001 e il 2006. È necessario l’accorciamento dei tempi medi delle sentenze e la certezza di esecuzione della pena".

IUS SOLI E CITTADINANZA - "La destra Italiana ed europea sull’immigrazione parlano con il linguaggio di Tarzan ma usano il cervello di Cita. Noi no - tuona il sindaco -. Chi è nato nel nostro Paese da genitori stranieri deve essere considerato cittadino italiano, secondo il principio dello Ius Soli. Inoltre, chi è arrivato in Italia da piccolo e  ha compiuto due cicli di studio nel nostro Paese  deve poter ottenere la cittadinanza al compimento della maggiore età. Va dimezzato da 10 a 5 il numero di anni necessario per ottenere la cittadinanza". Secondo il sindaco "va riformato il diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni  amministrative. Ci vogliono politiche di sostegno all’alfabetizzazione linguistica e giuridica di base. Bisogna rafforzare la  cooperazione internazionale con i paesi di origine".

IL PD - “Condivido i cinque punti che il Sindaco Matteucci propone sul tema dell'immigrazione - esordisce il capogruppo in consiglio comunale Matteo Cavicchioli -. Ovviamente ho concordato con Matteucci il voto favorevole del gruppo del Pd sull'ordine del giorno presentato da Sel, che propone ,come fa il sindaco, l'abolizione del reato di clandestinità e il superamento della Bossi-Fini. Il Pd e il centrosinistra non devono avere paura di discutere sull'immigrazione. L'Europa deve rivedere le sue politiche in materia. Il reato di immigrazione clandestina va abolito ma vanno rese effettive le espulsioni amministrative. La crisi economica impone nuove applicazioni dei flussi per ragioni di lavoro, come giustamente chiede la Regione Emilia Romagna. Il Testo Unico sull'immigrazione, dopo le modifiche introdotte dalla Bossi –Fini, richiede profonde modifiche. Per queste ragioni condivido l'iniziativa politica promossa dal nostro sindaco”.

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