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Geolocalizzazione delle persone in quarantena, piovono le critiche: "Un'attività di sorveglianza illegittima"

Da più parti giungono perplessità rispetto all'iniziativa ravennate per controllare il rispetto della quarantena. La Pigna chiede le immediate dimissioni del comandante della Polizia Locale

Fa discutere il metodo utilizzato dalla Polizia Locale di Ravenna per eseguire i controlli delle persone positive al Covid e quindi costrette al regime di quarantena. Come riportano sia la lista civica La Pigna, sia una nota a firma di Andrea Maestri e Massimo Manzoli, la Polizia Locale di Ravenna nel corso dei controlli telefonici finalizzati ad accertare il rispetto dell'isolamento fiduciario, richiederebbe anche una conferma tramite l'invio della posizione GPS in tempo reale a un numero cellulare di servizio. In caso di mancata risposta da parte della persona in quarantena, una pattuglia di agenti sarebbe poi mandata sul posto per accertare lo stato di isolamento.

Un sistema di monitoraggio a distanza che era già stato introdotto nella primavera del 2020, nella prima fase dell'emergenza Coronavirus, ma che scatena le proteste dopo la pubblicazione di un post sulla pagina Facebook della Polizia Locale nel quale si parlava della modalità di controllo in remoto. Sulla questione si scatanano Veronica Verlicchi e Paola Pantoli della lista civica La Pigna: "Una sorveglianza pervasiva quella pretesa dalla Polizia Locale di Ravenna, riferibile all’iniziativa del Comandante Andrea Giacomini, che travalica inammissibilmente i compiti di polizia amministrativa sostituendoli con quelli tipici della polizia giudiziaria. Un atteggiamento del tutto al di fuori di qualunque sfera di controllo da parte dell’autorità competente. Intimare al cittadino ravennate in isolamento fiduciario di geolocalizzarsi via telefono è infatti una forma di indagine che si pone al di fuori dalle legittime attribuzioni conferite alla Polizia Locale, non giustificabile neppure dall’emergenza epidemiologica in atto".

"Un’inammissibile sorveglianza coercitiva di polizia che lede i diritti di libertà del ravennate - precisano le esponenti de La Pigna - Siamo chiari: è doveroso che la Polizia Locale di Ravenna eserciti i propri controlli in merito al rispetto del cosiddetto “isolamento fiduciario” da parte di chi vi è tenuto, ma senza che ciò autorizzi illegittimi sconfinamenti in attività di indagine che non le sono consentite. La situazione emergenziale non può e non deve in alcun modo aprire il varco a consuetudini illecite, tanto più se esercitato da enti pubblici e/o da loro derivati" Un'iniziativa per cui il gruppo consiliare de La Pigna "chiede le immediate dimissioni del Comandante Andrea Giacomini".

Questo particolare metodo di controllo "suscita forti perplessità" anche secondo due esponenti della sinistra ravennate, Andrea Maestri e Massimo Manzoli che ritengono tale attività di monitoraggio illegittima "in assenza di una norma di legge che autorizzi espressamente anche in ambito di polizia amministrativa tale modalità, che è utilizzata in ambito giudiziario e quindi in presenza di ipotesi di reato da perseguire".

"Ci chiediamo se il Consiglio Comunale, massimo organo di rappresentanza dei cittadini ravennati, sia stato coinvolto in una materia tanto delicata, per discutere ed esprimere il proprio indirizzo politico - affermano Maestri e Manzoli -Ci chiediamo se il sindaco e la maggioranza abbiano inteso dare carta bianca al comandante della Polizia Locale in materia di sicurezza, se ne condividano ogni iniziativa ed in particolare se questa discutibile opzione per l'esercizio dei controlli su cittadini ammalati sia condivisa o se intenda invece rimeditarla. Chiediamo, in definitiva, di ripensarci".

“Invece di pedinare i cittadini, la municipale di Ravenna si impegni maggiormente contro i delinquenti e per risolvere i reali problemi di sicurezza della città”. Casa Pound interviene così sulla discussione. Secondo il movimento si tratta di "una trovata maldestra, che mette in ombra il vantato spirito di libertà dei romagnoli".

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