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Jova Beach Party, Ancisi (LpRa): "Tamerici di Marina stroncate: è un abbattimento abusivo"

Il consigliere comunale sulla rimozione delle piante dalla spiaggia: "Si tratta di un abbattimento abusivo ed essendo avvenuto su suolo pubblico potrebbe applicarsi l’ipotesi di danneggiamento aggravato"

Si torna a parlare del caso delle piante di tamerici rimosse a Marina di Ravenna nell'ambito dell'organizzazione del Jova Beach Party, la due giorni di concerti che porterà i fan di Jovanotti sulla spiaggia ravennate l'8 e 9 luglio. La discussione già portata avanti dalla denuncia di Italia Nostra, viene riproposta dal consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, che ha depositato un'interrogazione al sindaco di Ravenna.

Secondo quanto rivelato dal consigliere d'opposizione, la tappa di Marina di Ravenna del Jova Beach Party 2022, non godrebbe "di alcun accordo di collaborazione col Comune di Ravenna, bensì solo di una intenzione di accordo deliberata dalla Giunta comunale cinque mesi fa, ma tuttora inesistente - afferma Ancisi - Pur nella perdurante assenza dello 'specifico Studio di Incidenza Ambientale […] per salvaguardare l’equilibrio ambientalei, assicurato per iscritto dall’organizzazione del Party il 15 novembre, una fila lunga 65 metri di 50-60 tamerici alte svariati metri, compreso un grande albero al termine del filare, barriera di difesa del retro spiaggia dagli eventi climatici posta tra due stabilimenti balneari, patrimonio comune di alberature tipiche delle spiagge romagnole, è stata abbattuta perché avrebbe disturbato lo show".

Ancisi passa poi ad analizzare l'iter che ha portato alla rimozione delle piante. "Nella richiesta dell’Istituto Delta Ecologia Applicata di Ferrara, rivolta al Comune il 22 febbraio scorso per ottenere l’autorizzazione ad eseguire l’intervento, si legge: 'Le piante verranno prelevate nel mese di febbraio 2022 o entro il 15 marzo 2022 dalla Ditta da noi incaricata, la quale le conserverà nel proprio vivaio. Le piante verranno poi ricollocate nella medesima posizione durante le prossima stagione di riposo autunno-invernale: o in autunno dopo la caduta delle foglie o in inverno prima del germogliamento'. Sarebbe stato il male minore - commenta Ancisi - se non fosse che l’autorizzazione rilasciata dal Comune il 15 marzo conteneva le seguenti diverse prescrizioni: 'Asportare in via definitiva la porzione di filare indicata nella relazione tecnica. Piantumare, in sostituzione delle piante asportate di Tamarix africana, un pari numero di piante della specie autoctona Tamarix gallica di analoghe dimensioni. La piantumazione dovrà avvenire nel periodo di fermo vegetativo della specie, indicativamente tra novembre 2022 e febbraio 2023. Gli esemplari di Tamarix africana (Tamerici di origine esotica) che verranno espiantati dalla spiaggia, dovranno anch’essi essere ripiantati in luogo da indicare a cura dell’Amministrazione Comunale'".

"La distinzione delle due specie, autoctona o esotica, oltre ad essere scientificamente controversa, è di fatto smentita dal Comune stesso - dichiara il consigliere di Lista per Ravenna - nel momento in cui autorizza la ripiantumazione delle tamerici definite 'esotiche' in altra parte del suo territorio stesso. Alla legittima indignazione espressa da Italia Nostra sull’abbattimento delle piante, in ogni caso vandalico, compiuto verso fine marzo, il Comune obiettò in effetti che 'le tamerici sono sì, state rimosse, ma comprese di radici, e verranno ripiantate a Lido di Dante o Lido Adriano', che sono altrettante spiagge ravennati. Ma non era vero, perché le radici del filare sono sepolte sotto la sabbia nel luogo dove sono state abbattute le piante, come risulta da foto e filmati - sottolinea Ancisi - Le tamerici sono state dunque stroncate, finendo nel migliore dei modi in discarica".

"La violazione delle prescrizione contenute nell’autorizzazione del Comune rende abusivo l’abbattimento delle 50/60 tamerici, più grave per quella che aveva una dimensione arborea. Essendo avvenuto su suolo pubblico, potrebbe forse applicarsi l’ipotesi di danneggiamento aggravato, punito dal codice penale - sostiene Ancisi che, attraverso l'interrogazione chiede al sindaco di Ravenna - se intende disporre un’indagine interna che accerti l’andamento, le cause e le responsabilità dei fatti gravi sopra esposti. Trasmetto copia di questa interrogazione al comandante della Polizia locale e ai dirigenti rispettivamente dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e del servizio Tutela Ambiente e Territorio, affinché esercitino le proprie rispettive competenze, anche in collaborazione, allo scopo di identificare le violazioni di legge o regolamento che devono essere  perseguite e sanzionate".

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