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Ancisi: "Il Pd danza sui progettoni incagliati, mentre il porto affonda"

Per Ancisi, "l’unica strada percorribile subito dai fanghi è riprendere il progetto definitivo connesso al Piano Regolatore Portuale 2007, che fu validato il 19 maggio 2012"

"Il porto di Ravenna può aspettare ancora tanto? Solo degli irresponsabili possono pensarlo". Questa l'opinione del capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, specificando che "il rinvio a tempo indeterminato di qualsiasi progetto di liberazione ed escavazione del porto dai propri fanghi è l’unica certezza dello scontro tra il presidente dell’autorità portuale Galliano Di Marco e il Pd, nelle persone dei suoi quattro esponenti che nel comitato portuale rappresentano comune, provincia, camera di commercio e regione. Ma è un gioco al massacro sulla pelle della città. Continuano dunque ad incombere sul porto i “tanti conflitti di interesse che proprio il Progettone ha portato allo scoperto”: come ha detto Di Marco, dopo che la Procura della Repubblica ne aveva aperto il vaso di Pandora, peraltro ancora tutto da esplorare".

"Lor signori - prosegue Ancisi - non ne verranno fuori se si ostinano a non capire che non possono fare più fare i loro comodi. I fanghi non potranno essere portati in nessuna area su cui, quanto meno, già in sede di progetto preliminare, non sia stata effettuata, per legge inderogabile, la Valutazione d’Impatto Ambientale (Via). Per questa ragione, non solo i terreni agricoli di Porto Fuori (peraltro con  vincoli urbanistici aggiuntivi inderogabili), ma tutte le aree previste nel Progettone (preliminare e/o definitivo), richiedono, per ricevere -  ammesso e non concesso - i fanghi, procedure così complesse (Via, progetto preliminare, progetto definitivo, progetto esecutivo) da doversi attendere, nella migliore e più improbabile delle aspettative, due anni. Altrettanti, ovviamente, le due cave ai lati delle dighe foranee, su cui Di Marco stesso ha parlato di 2017".

Per Ancisi, "l’unica strada percorribile subito dai fanghi è riprendere il progetto definitivo connesso al Piano Regolatore Portuale 2007, che fu validato il 19 maggio 2012 con la pubblicazione del decreto di Via (poi sciaguratamente accantonato col Progettone):  se ne ricava come i siti disponibili a breve, avendo ricevuto il Via libera,  sono soprattutto le Logistiche portuali 1 e 2, che potrebbero ricevere almeno 1 milione e 350 mila metri cubi di fanghi, e in misura minore, previo aggiornamento tecnico, l’area incolta di proprietà dell’Autorità Portuale a nord delle Bassette e le cave Bosca e Morina.  Tutto si gioca sulle Logistiche 1 e 2 e sugli interessi, su cui il Pd fa il bello e cattivo tempo, della Sapir, che ne possiede 379.081 metri quadrati, rispetto al totale di 653.282; mentre gli altri proprietari - esclusi i piccolissimi che difendono i terreni dove abitano e che vogliono continuare a coltivare - sono ben lieti di vendere i propri all’autorità portuale. Le nobili ragioni della “partecipazione”, sempre disattesa in passato, nascondono l’inconfessabile. Il Pd danza sui progettoni incagliati, mentre il porto affonda". 
 

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