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Martedì, 30 Aprile 2024
Agricoltura / Lugo

Rambelli (FdI): "Agricoltori della Bassa Romagna penalizzati dalle amministrazioni locali"

"Qui è impossibile installare strumenti contro le brinate primaverili", sono le parole dell'esponente di FdI

"Non sono bastati 4 anni di brinate primaverili consecutivi per far prendere una decisione all’unione della Bassa Romagna in merito all’installazione dei cosiddetti “ventoloni” antibrina  per salvare le colture frutticole  dalle brinate primaverili. Stupisce come i comuni aderenti all’unione dei comuni siano pressoché contrari alla direttiva regionale tra l’altro della loro stessa parte politica di favorire la difesa attiva contro le brinate primaverili che proprio negli ultimi 4 anni hanno colpito il nostro territorio in modo pesante sia per gli agricoltori sia per l’indotto nelle strutture di commercializzazione". Queste le osservazioni del responsabile agricoltura di FdI Bassa Romagna, Gianfranco Rambelli.

"Si sta privando le aziende agricole locali di beneficiare di contributi regionali ed europei per la difesa attiva dalle brinate primaverili, mettendo gli agricoltori in una situazione di non competitività rispetto ai colleghi faentini e Ravennati - argomenta Rambelli -. E’ ridicolo pensare che nelle strade di confine tra faentino e lughese ci sia questa differenza tra vicini di casa. Fratelli d’Italia chiede all’unione dei comuni e i sindaci che la compongono estrema chiarezza sulla questione specificando anche i motivi di tale scelta. Un settore quello dell’agricoltura e della frutticoltura ancora molto importante per il nostro comprensorio sia come imprese agricole datori di lavoro  sia come personale impiegato nell’indotto ma che pare essere snobbato dalle attuali amministrazioni comunali, che pensano più ad un agricoltura ideologica che ad un agricoltura come forza trainante dell’economia locale. Praticamente ci chiediamo come mai nel resto della provincia ovvero comprensorio ravennate e comprensorio faentino sia possibile con poche semplici domande l’installazione, mentre nel comprensorio lughese sia vietato non tenendo conto che in Bassa Romagna siano presenti  oltre a molte aziende frutticole e alcune grosse strutture di commercializzazione molto importanti anche come impiego di manodopera locale".

L'esponente di Fdi sottolinea infine "quanto siano controverse e al limite del ridicolo queste decisioni, che da una parte vietano la difesa attiva da brinate coi “ventoloni” e con gli impianti di irrigazione perché nelle nuove infrastrutture in pressione non riescono a supportare l’irrigazione antibrina, è permessa solo la difesa con “stufette” a pellet delle quali ne necessitano circa 400 a ettaro con necessità di manodopera in piena notte ed enormi spese per il funzionamento.  Poi esiste una direttiva regionale che vieta i barbecue e riscaldamento a legna o pellet nelle case. Insomma non puoi cuocerti una braciola ma puoi “riscaldare” un ettaro di terreno. Serve chiarezza molta chiarezza". 

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