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Casi di tumore al tribunale di Ravenna, Raisi scrive al Ministero

Il Coordinatore Provinciale di Fli, Sergio Covato, sottolinea "la preoccupante percentuale di casi di tumori, ben 24 negli ultimi dieci anni, registratasi tra i dipendenti del Palazzo di Giusitizia di Ravenna".

Il Coordinatore Provinciale di Futuro e Libertà, Sergio Covato, sottolinea "la preoccupante percentuale di casi di tumori, ben 24 negli ultimi dieci anni, registratasi tra i dipendenti del Palazzo di Giusitizia di Ravenna". "Il dato in esame finisce per determinare una percentuale che non può non definirsi “anomala”, in quanto si attesta intorno al 16 %, rispetto al totale dei dipendenti che quotidianamente occupano il palazzo", sottolinea Covato.

Il coordinatore provinciale di Fli evidenzia inoltre che "si registrano altri episodi per così dire “più lievi”, quali disturbi legati alla tiroide e manifestazioni allergiche di varia natura. E’ di tutta evidenza che la situazione denunciata merita di essere approfondita attraverso interventi mirati e qualificati, al fine di tranquillizzare tutto il personale e rimuovere, nel caso vengano accertate le cause, ogni situazione di pericolo e garantire a tutti idonei standard di sicurezza e salubrità sul luogo di lavoro". Covato evidenzia che "in tal senso si iscrive la richiesta che l’On.le Enzo Raisi, su nostra sollecitazione, ha inteso rivolgere ai Ministri della Giustizia e della Salute, Severino e Balduzzi, ai quali è stato chiesto un intervento urgente, a tutela del bene primario della salute".

Ha scritto Raisi ai ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi: "Nel settembre del 2007 con una nota è stato segnalata al Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Ausl di Ravenna e Datori di lavoro (Procura della Repubblica e Tribunale) la possibilità di probabili rischi di inalazioni di polveri nocive nello stesso Palazzo causate da polveri di materiale di poliuretano in fase di sgretolamento, quale materiale coibentante dei termoventilatori presenti negli uffici e nei corridoi, e lo stesso pomeriggio è iniziata la sostituzione del materiale sospetto (il personale addetto a questa sostituzione era munito di mascherina). Un sindacato fece una nota per bloccare quella attività di sostituzione prima che la Usl potesse fare i rilievi, ma la nota non fu presa in considerazione e l’ Usl intervenne in ritardo trovando disponibili solo 2 termoconvettori che non erano ancora stati smontati".

Continua Raisi nella lettera inviata al Ministero: "Sempre l’Usl, nonostante fosse stato richiamato il rispetto della legge 241/90 e art. 6 legge 15/2005, non ottemperò a dare riscontro alla segnalazione sindacale, e soltanto dopo l’intervento del legale del sindacato con idonea diffida l’Usl inoltrò l’esito degli accertamenti. In tutta la vicenda il datore di lavoro è stato latitante. Sottolineo anche che i dipendenti di questo Palazzo nel corso degli anni si sono sempre lamentati degli ambienti non a norma, dei pavimenti che non vengono mai lavati perché secondo il Comune sono di un materiale che si scioglie a contatto con l’acqua e della lana di vetro che è ovunque. Peraltro, vicino al Palazzo c’è l’incrocio delle antenne dell’ospedale, carabinieri, vigili del fuoco e tribunale medesimo. Il personale, soprattutto alla luce dei casi di malattie tumorali, è spaventato e vuole avere delle risposte serie e concrete".

Conclude Raisi: "Ritengo che si debba monitorare, da parte di tutte le autorità competenti, comprese quelle ministeriali nelle loro rispettive competenze, la salubrità degli ambienti per capire se lavorare in quel Palazzo non sia nocivo alla salute".

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