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Ravenna in Comune ci riprova: "Revochiamo la cittadinanza onoraria a Mussolini"

Nella scorsa legislatura fu il consigliere Alvaro Ancisi a far emergere la tematica, ma la maggioranza votò per il mantenimento della cittadinanza onoraria al Duce

Tra qualche giorno sarà l’anniversario della marcia su Roma. "Per questa occasione alcune forze neo-fasciste e xenofobe hanno continuato a minacciare una nuova “marcia su Roma” e altre continuano a farlo, nonostante i legittimi divieti imposti dalle istituzioni" - spiega il capogruppo in consiglio di Ravenna in Comune Massimo Manzoli - Ma il primo anniversario di questa marcia fu anche l’occasione per una prova di forza del partito fascista e, tra il 1923 e il 1924, furono decine e decine i Comuni che conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini per celebrare l’anniversario della “Rivoluzione Fascista”". Tra questi anche il Comune di Ravenna, che conferì la cittadinanza onoraria con decisione della giunta "senza passare dal consiglio comunale motivando: “Nello storico primo anniversario della marcia su Roma che segnò insuperabile confine ad un periodo di nefasto dissolvimento della vita politica economica e morale dell’Italia ed iniziò nuova era di romana grandezza che già si afferma infallibile e sicura pur tra gli ostacoli quotidiani di oscuri nemici interni e le pericolose invidie altrui non dimentica che del grande avvenimento primo artefice fu Benito Mussolini”".

E’ arrivato, quindi, il momento di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. "Per questo ho depositato un ordine del giorno in cui c’è un fortissimo richiamo, pressioni, minacce di una nuova “marcia su Roma” - prosegue il consigliere d'opposizione - Nella scorsa legislatura fu il consigliere Alvaro Ancisi a far emergere la tematica, ma la maggioranza votò per il mantenimento della cittadinanza onoraria al Duce, adducendo come motivazione il rischio di fare dimenticare le nefandezze del fascismo, configurandosi come una damnatio memoriae, che in genere colpisce i simboli e le rappresentazioni di un regime, quando questi viene sconfitto. Noi siamo, invece, fermamente convinti che la decisione di revocare una onorificenza, così come la sua concessione, possono essere affidate alla storia a testimonianza dei principi di pace, uguaglianza e democrazia oggi sanciti nella Costituzione e che guidano lo Stato e le comunità cittadine, molte delle quali, negli statuti, richiamano i valori antifascisti. Tantissimi Comuni si sono già espressi in questo modo andando a revocare la cittadinanza senza cancellare e dimenticare quell’atto storico. Il regolamento comunale è poi molto chiaro, indicando come motivazione per la revoca: “Incorre nella perdita della Cittadinanza onoraria l’insignito che se ne renda indegno”. E se le parole hanno un significato e un peso, allora non occorre spiegare i motivi per cui Benito Mussolini non sia degno di essere cittadino di Ravenna. Se dovessimo trovarci a discutere se il Duce è degno o no di essere nostro concittadino avremmo già cancellato con un incredibile colpo di spugna il giudizio storico su di lui".

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