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Cronaca Alfonsine

Gli agricoltori-eroi che stanno salvando Alfonsine allagando i loro campi

Una squadra con 50 trattori e 20 idrovore lavora per contenere i danni deviando l'acqua nel canale dei Molini

Tra le belle storie che emergono in queste giornate molto complicate per il territorio, ci sono quelle degli agricoltori che, in sinergia con i consorzi di bonifica, stanno cercando di gestire un evento eccezionale e provare a contenere i danni dell'alluvione. Tentando di mettere in salvo, come ad Alfonsine e in altri comuni della Bassa Romagna, anche il centro della propria città. Proprio nell’alfonsinese sono a lavoro cinquanta trattori e una ventina di pompe degli agricoltori del luogo e non solo, insieme ai tecnici del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.

“Noi e i nostri mezzi - racconta Mirco Quattrini, 36 anni, titolare di un'azienda di circa 250 ettari - abbiamo sacrificato i nostri campi per salvare i cittadini”. La sua attività per oltre il 50% è andata sott'acqua. Al suo fianco il collega Massimo Missiroli, che non ha avuto danni dall’alluvione e che ricorda come fin dall’inizio delle allerte sono stati monitorati i canali, sempre sotto la guida del consorzio. Con l’aggravarsi della situazione, in poche ore si è formata una squadra operativa equipaggiata con trattori, bracci telescopici, idrovore per gestire l’acqua e contenere i danni. 

Le operazioni di pompaggio degli agricoltori e del Consorzio ad Alfonsine

Man mano che arrivava la piena, si ributtava l'acqua dentro il canale. “Tutti i colleghi agricoltori ci hanno seguito - raccontano Quattrini e Missiroli -, hanno messo a disposizione i loro mezzi e sicuramente abbiamo salvato il centro di Alfonsine. Le idrovore sono arrivate anche dai nostri amici e colleghi ferraresi, da Longastrino, Anita, Comacchio: le chiamano 'frati' e le usano per irrigare. Abbiamo tentato tutte le strade possibili per portare l’acqua verso il mare. Pompiamo acqua dai terreni e la trasferiamo nel canale dei Molini, che si utilizza in genere per l’irrigazione e che è libero e non toccato da acque particolarmente violente”.

L'azione si concentra a est nella zona di Fosso Munio, Fosso Vecchio e Fosso Vetro e a ovest in area Fiumazzo. In questa fase è proprio strategico il canale dei Molini: l’acqua straripata dal lato destro del Santerno, spiegano, viene presa dal piano di campagna, che scende per i terreni e ha esondato i canali di bonifica. E viene trasferita nel canale dei Molini da dove va direttamente nel canale Destra Reno, più a valle del punto critico dell’idrovoro Tratturo. Senza quindi creare rischi a livello di immissione di queste acque nello scolo principale che va al mare.

I mezzi per pompare l’acqua sono stati collocati a circa un chilometro in linea d’aria dalla cassa di espansione di Alfonsine: “Se l’acqua fosse arrivata lì, sarebbe risalita su per le fognature e il centro avrebbe potuto essere pesantemente compromesso: capito il problema è partito il contenimento e il reindirizzamento verso i canali”, sottolineano Quattrini e Missiroli. "Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze e i mezzi con sistemi di precisione, satellitari e trattori 4.0. Non siamo in dirittura d’arrivo, ma il picco lo abbiamo scavallato. Sono fiducioso”, conclude Missiroli.

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