Al centro estivo i nonni insegnano ai bambini i mestieri di una volta

Si è conclusa venerdì la ventesima edizione del centro ricreativo estivo (Cre) "Estate sul filo della memoria", che da vent’anni anima le estati di Santerno nella ex scuola elementare. È cominciato tutto nel 1998, quando un gruppo di pensionati del luogo ha deciso di organizzare qualcosa per tenere occupati bambini e ragazzi durante le vacanze estive: l’idea era quella di riunire competenze particolari da poter tramandare alle generazioni più giovani. Il comitato promotore di Santerno ha immediatamente fatto appello alle principali associazioni di volontariato, che si sono subito prestate all’iniziativa occupandosi dell’organizzazione e raccogliendo le adesioni dei volontari partecipanti. A oggi, dei circa 35 volontari coinvolti nell’iniziativa, un terzo sono volontari Auser.

L’estate del 2017 ha visto la partecipazione di 176 ragazzi, con il coinvolgimento di circa 160 famiglie. I quattro turni quindicinali hanno registrato il massimo di iscrizioni, raggiungendo la quota totale di 400. Gli iscritti vengono da Santerno, ma anche dai comuni limitrofi. Il successo di questa iniziativa sta proprio nella particolarità dell’esperienza che viene offerta, alla base della quale c’è quello scambio intergenerazionale che rischia sempre più di scomparire e che permette ai “nonni” di sentirsi attivi e importanti per la comunità e ai “nipoti” di imparare i mestieri di una volta, dalla falegnameria al cucito, fino alla pasta e al pane fatti in casa, con la soddisfazione di portare a casa, a fine giornata, i manufatti realizzati. Oltre ai volontari, che si occupano di tutti i laboratori, sono sempre presenti anche 10 animatori retribuiti, solitamente studenti, e qualche giovane volontario, in qualche occasione ex partecipanti al Cre che, raggiunta la maggiore età, scelgono questa esperienza per la loro formazione.