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La Cisl: "E' l'occasione per creare l'area vasta Romagna"

Fare rotta sull'area vasta Romagna, nonostante le attuali incertezze legislative. Lo chiede la Cisl Romagna con un appello pubblico ai 75 sindaci dei territori nei quali opera

Fare rotta sull’area vasta Romagna, nonostante le attuali incertezze legislative. Lo chiede la Cisl Romagna con un appello pubblico ai 75 sindaci dei territori nei quali opera: «Abbiamo di fronte una riforma costituzionale, quella del titolo V, che cambierà il volto delle istituzioni locali e che in una fase intermedia prevede la creazione di tre aree vaste territoriali, corrispondenti alle vecchie province con competenze ristette, - spiega il segretario generale Cisl Romagna Massimo Fossati - mentre cresce l’esigenza di rappresentare interessi e priorità della Romagna. I nostri territori devono parlare con una sola voce: solo così potranno contare di più su temi strategici quali i trasporti, le infrastrutture, la mobilità, l’economia». Oltre un milione di abitanti e 115.000 imprese, 10mila dalle quale operanti nel settore turistico (con una densità di 10 ogni 100 abitanti): questi i numeri della Romagna che sono un valore in sé, da investire meglio però.

Lo strumento, forse l’unico a disposizione degli enti locali, secondo la Cisl Romagna è allora la creazione di un coordinamento tra queste tre aree vaste o amministrazioni: «Questo proponiamo ai nostri sindaci, quelli già eletti e quelli che amministreranno le nostre città dal 25 maggio prossimo - prosegue il segretario -: avviare da subito un percorso di coordinamento, insieme alla Regione per giungere in breve ad un “ente di area vasta romagnola”. Serve, insomma un atto politico che, coerentemente con quanto prevede la legge sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e sulle fusioni di comuni e in attesa della riforma del titolo V della Costituzione, possa oggi rilanciare il protagonismo delle amministrazioni e di tutti gli attori sociali ed economici del territorio per rafforzare e coordinare, in modo sinergico, le politiche sociali, territoriali, economiche e turistiche della Romagna». Solo così, secondo la Cisl Romagna, dopo l’approvazione della riforma costituzionale si aprirà una strada per la costruzione di una area vasta metropolitana romagnola che è vero il futuro del nostro territorio.

Un appello, quello della Cisl, che non a caso arriva da un’organizzazione che già nel 2013 ha scelto, pur nella complessità di mettere insieme territori molto diversi sotto il profilo sindacale come la provincia di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, di diventare la Cisl Romagna e che oggi sta iniziando a cogliere i primi frutti di quella scelta: «Crediamo che, data la situazione attuale, non sia più sufficiente che ognuno faccia e operi bene sul proprio territorio; nessuno si po’ salvare da solo nella crisi sociale economica e politica che stiamo vivendo, chiudendosi nel proprio - cortile avverte Fossati -. Tra le quattro linee guida con le quali è nata la Cisl Romagna c’è appunto la lotta alle disuguaglianze e la creazione di lavoro e innovazione e il sostegno alle autonomie locali a costruire un efficiente governo del territorio»

In Romagna, poi non siamo all’anno zero sul tema dell’area vasta: Romagna Acque ed Hera, il 118, il laboratorio analisi di Pievesestina e ora la creazione dell’Ausl unica sono esperimenti ben riusciti e dimostrazioni del fatto che «insieme, si cresce». «Anche perché - prosegue Fossati - questa è l’unica strada percorribile per difendere la nostra identità e contrastare la tendenza all’accentramento delle risorse nelle grandi aree metropolitane. Il rischio è che la rappresentanza della Romagna finisca nelle mani del sindaco più originale o più mediatico. A me non basta».

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