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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Azioni concrete per le aziende agricole colpite dall'alluvione: la raccolta fondi di Legambiente

Dagli interventi per riaprire alcune strade dell'Appennino agli aiuti per gli apicoltori. Legambiente: "L'alluvione ha lasciato ferite profonde nel territorio"

Il cuore verde dell'Emilia-Romagna deve tornare a battere forte. Per questo Legambiente lancia la raccolta fondi “Ricostruiamo il cuore verde dell'Emilia Romagna” per sostenere con azioni concrete diverse aziende agricole della Romagna e dell'Appennino, colpite nelle scorse settimane da una violenta alluvione che ha provocate frane, esondazioni, danni al territorio e perdite di vite umane. Si tratta di realtà che da anni vivono in queste zone e che incentrano la loro attività sulla valorizzazione della terra, dei prodotti locali, sul biologico, facendo anche rete con altre aziende.   

Con una piccola donazione - andando sul sito di Legambiente e su sostieni.legambiente.it/cuoreverdemiliaromagna - si potranno sostenere diversi interventi concreti, utili e preziosi. In particolare, nell’Appennino bolognese si potrà contribuire a riaprire alcune strade per poter raggiungere i castagneti secolari della zona adesso isolati e a rischio crollo; nella zona dell’appennino forlivese a realizzare una strada provvisoria per permettere ad una comunità di raggiungere il borgo vicino; ad acquistare essenze rigenerative e siepi per dare una mano alle aziende bio della Romagna. Ed ancora si potranno aiutare gli apicoltori della Romagna acquistando nuove arnie da donare loro affinché possano riprendere le attività; infine, si potrà contribuire a velocizzare nell’Appennino bolognese alcuni interventi urgenti per poter di nuovo raggiungere i campi e stabilizzare i terreni. 

“L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – mostra chiaramente come la crisi climatica abbia ormai accelerato la sua corsa con eventi climatici estremi sempre più frequenti e intensi che causano devastazione e purtroppo tragedie. Se da un lato è fondamentale che il governo intervenga con politiche e interventi non più rimandabili a partire dal Piano di adattamento al Clima, dall’altra parte è fondamentale non lasciare soli questi territori, comunità e realtà locali. Legambiente fin dai primi momenti è presente con i circoli e i gruppi di protezione civile regionali e i volontari, per aiutare le persone colpite. Ma ad oggi anche molte aziende agricole stanno lottando per ripristinare i terreni coperti dal fango che si sta indurendo, per superare l'isolamento generato dalle frane, per recuperare caseggiati e mezzi andati distrutti. Intere comunità rischiano di dover abbandonare i borghi dell'Appennino e della Romagna. Per questo nasce la raccolta fondi “Ripartiamo dal cuore verde dell’Emilia-Romagna”: per sostenere chi si è impegnato in questi anni per promuovere nei territori attività imprenditoriali importanti per l'ambiente e la comunità. Un’azione e un impegno che auspichiamo di portare avanti insieme a tutti coloro che ci vorranno dare una mano”.  

“Questa alluvione – dichiara Paola Fagioli, direttrice Legambiente Emilia-Romagna - ha lasciato ferite profonde nel territorio. Interi centri abitati stanno ancora lottando con il fango, ma l'altra grande emergenza è la ripresa delle attività agricole in pianura e in montagna. Il fango depositato sui campi in pianura ha provocato la perdita di intere coltivazioni e la progressiva sterilità dei terreni mentre le numerose frane in montagna impediscono di raggiungere campi e boschi. Spesso queste aziende e piccole comunità sono dei veri presidi del territorio che rischiamo di perdere se non potranno avere più una fonte di guadagno certa. Ecco perché la nostra azione si è concentrata su queste realtà, spesso di piccole dimensioni, che lavorano seguendo il disciplinare del biologico e che stanno lottando per non dover rinunciare a vivere in quelle aree, nonostante tutte le difficoltà. Il nostro lavoro nei prossimi mesi sarà quello di portare un aiuto concreto a queste aziende e piccole comunità ma anche di accendere un faro perché queste realtà non siano dimenticate una volta finita l'emergenza, ma possano contare anche su una diversa e più attenta gestione del territorio”. 

Fra le varie donazioni proposte dall'associazione, una in particolare riguarda il territorio di Faenza, dove interi apiari sono stati sommersi dal fango e le colonie di api distrutte. In molti casi è stato impossibile raggiungere in tempo gli apiari a causa delle frane e delle inondazioni. Insieme possiamo acquistare nuove arnie da donare agli apicoltori affinché possano riprendere le loro attività.

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