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Cronaca Faenza

Cgil: "Concorso auto-assegnato? Non è l'unica assurdità degli Isia"

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sul reclutamento del personale che si traduce inevitabilmente nella precarizzazione del sistema. Manca una programmazione e uno sviluppo"

“Quanto è successo nei giorni scorsi all'ISIA di Faenza ha dell'incredibile, desta disagio e impone una seria riflessione. E' sconcertante e ingiustificabile scoprire che la presidente della commissione esaminatrice (nonché direttrice dell’istituto), incredibilmente candidata essa stessa, si auto decreti vincitrice di un bando e si attribuisca l’incarico. Non importa quale sia l'entità economica dell'incarico. Semplicemente non si può assistere al fatto che, in una pubblica amministrazione, il valutatore sia anche il valutato”: lo scirvono Marcella D'Angelo, segretaria provinciale della FLC-CGIL di Ravenna e Raffaella Morsia, segretaria regionale dello stesso sindacato.

Questo perché, aggiungono i due sindacalisti in una nota, “lo impone un principio primario sancito dalla Costituzione. Lo impone l'etica dei comportamenti, sopratutto in una pubblica  amministrazione. E neanche si può derubricare quanto accaduto come una leggerezza o una sottovalutazione. La trasparenza e la correttezza degli atti amministrativi sono il cuore del sistema pubblico: senza se e senza ma. Infatti, non si può ignorare che nella pubblica amministrazione la forma equivale alla sostanza e la violazione delle norme più elementari, aggravate da un palese conflitto di interesse, non possono che generare allarme e preoccupazione. Chi aveva il compito di vigilare e non l'ha fatto dovrà rispondere di questa omissione e verso i responsabili dovranno essere assunte determinazioni conseguenti”.

Ed ancora: “Il Ministero solo dopo il clamore della stampa, decide di annullare la graduatoria. Ma ciò non è sufficiente. Occorre stabilire regole chiare sull'attribuzione degli incarichi e dare stabilità al personale che opera all'interno di questo istituto. Sono anni, infatti, che lo Stato non investe sugli Istituti Superiori delle Industrie Artistiche (ISIA) nati come sperimentazioni nel campo del design, della grafica e dell'editoria negli anni '70 e da allora mantenuti come sperimentali, senza una dotazione organica stabile, senza una legislazione che consenta agli organi di governo e gestione di poter governare con un minimo di stabilità, con risorse finanziarie e professionali adeguate”.

“Gli ISIA vivono nella reiterazione di deroghe alle norme, fino ad arrivare all'assurdo che a capo dell'Istituzione vi sia un direttore, nominato dal Ministro per tre anni ma "vincolato" con l'Amministrazione da un contratto Co.Co.Co. di durata inferiore al mandato stesso. Anche questo ha dell'incredibile ed è inaccettabile. L'Alta Formazione Artistica sta sopportando una riforma sancita dalla legge 508/1999 il cui obiettivo era l'allineamento al sistema universitario e alle omologhe istituzioni europee. Riforma che dopo 18 anni è ancora incompiuta”.

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sul reclutamento del personale che si traduce inevitabilmente nella precarizzazione del sistema. Manca una programmazione e uno sviluppo del sistema dell'alta formazione, i titoli di studio rilasciati sono ancora sperimentali e manca una vera strutturazione della ricerca. L’unica costante "praticata" è quanto stabilito dall'art.9 della legge in questione, ovvero quella di procedere con la riforma senza però che ciò comporti oneri aggiuntivi per lo Stato. Questa brutta vicenda quindi, oltre a mostrare la gravità di comportamenti individuali, mette a nudo una serie di problemi legati al disinteresse dello Stato che non ha assunto le determinazioni necessarie a consolidarne la struttura, salvo poi manifestare apprezzamenti per gli esiti di successo formativo, per le eccellenze che trovano collocazione nel mondo del lavoro con risultati più che apprezzabili”.

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