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Cronaca

Commemorazione di Ettore Muti, il sindaco si schiera con chi chiede di vietarla: "Come può non essere apologia di fascismo?"

E L'Anpi rincara la dose: "Non è lecito appellarsi alla libertà di manifestazione per fare propaganda ad un regime che le negò e le represse per oltre un ventennio. Nessuna tolleranza è consentita verso gli eredi di quello che fu il periodo più buio della storia italiana"

"Come può la celebrazione di un fascista non essere considerata apologia di fascismo?". Anche il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, interviene nella polemica che monta a Ravenna alla fine di ogni agosto, quando nei pressi del cimitero ravennate si tiene l'adunata celebrativa per la commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti. Fino a qualche anno fa veniva inscenato un corteo fino alla sua tomba; ora, considerata la traslazione in un'altra città di quelle spoglie, si svolge nel piazzale antistante al cimitero. La manifestazione è già stata autorizzata dalla Prefettura di Ravenna.

La Consulta antifascista ha chiesto anche quest'anno di vietare l'adunata, e alla richiesta si è unito anche il primo cittadino ravennate. "Ettore Muti è stato un violento squadrista, segretario del Partito Fascista, protagonista di violenze ed efferatezze anche nella nostra città. Nel nostro paese l'apologia di Fascismo è un reato. Come può la celebrazione di un fascista non essere considerata apologia di fascismo? - si domanda de Pascale - Se lo chiedono da anni le associazioni antifasciste della nostra città e tanti cittadini perbene offesi dalla sparuta pattuglia di "nostalgici" del regime fascista che si raduna ogni anno davanti al cimitero monumentale di Ravenna".

"La dittatura fascista in Italia è stata sconfitta da partigiani e forze alleate, ma nel mondo, anche oggi, dittature, fascismi e privazioni della libertà sono all'ordine del giorno e quindi la Città di Ravenna, medaglia d'oro al valore militare per la guerra di liberazione, continuerà a tenere viva la memoria e a chiedere con forza che manifestazioni apologetiche del fascismo non vengano autorizzate e i comportamenti illeciti perseguiti - conclude il sindaco - Lo dobbiamo a chi ci ha donato la libertà e a quanti nel mondo subiscono oggi i drammi e le umiliazioni che il fascismo fece subire al popolo italiano".

Bakkali (Pd): "Urge approvare modifiche alle leggi per porre fine alle manifestazioni neofasciste"

"Ettore Muti era un fascista, violento squadrista, amico di Balbo che agì uno degli atti fascisti più violenti che la nostra città abbia subito, ovvero l'assalto e la distruzione del Palazzo della Federazione delle Cooperative, una marcia su Ravenna alla quale accorsero centinaia di fascisti da tutta Italia, preludio a quella che sarebbe stata la marcia su Roma. Celebrare Ettore Muti significa celebrare la memoria di un violento fascista proprio qui dove orgogliosamente la nostra città, medaglia d'oro al valore militare, ha visto lottare partigiani, partigiane, forze alleate per sconfiggere il Regime fascista. Ravenna li ha cacciati i fascisti in sintesi e non sono più i benvenuti - aggiunge Ouidad Bakkali, presidente del consiglio comunale - Evidentemente le leggi ad oggi in vigore nel nostro Paese (Legge Scelba), che condannano chiaramente l'apologia di fascismo, non sono sufficienti e urge approvare nel nuovo Parlamento modifiche chiare che possano porre fine a queste zone grigie che permettono ancora a formazioni neofasciste di organizzare manifestazioni di nostalgici del Regime che offendono le nostre città, orgogliosamente antifasciste".

L'Anpi: "Nessuna tolleranza agli eredi del periodo più buio della storia italiana"

"Come negli scorsi anni è presumibile che i nostalgici, organizzatori della cerimonia, cerchino di farne in realtà un episodio di apologia del fascismo - aggiungono dalla sezione provinciale dell'Anpi di Ravenna - Occorre ricordare che Muti fu uno dei responsabili della scia di episodi criminosi di cui macchiò lo squadrismo a Ravenna e in Romagna nei primi anni venti e fu poi un gerarca di prima grandezza, tanto che, dopo la sua morte gli venne intitolata una delle formazioni repubblichine che si distinsero in ferocia verso i partigiani, gli antifascisti, le popolazioni civili. L’Anpi di Ravenna rammenta a chi non lo ricordasse che appena un anno dopo la morte di Muti, il 25 agosto 1944, i suoi seguaci perpetrarono l’eccidio del ponte degli Allocchi, nel quale dodici fra partigiani e patrioti vennero barbaramente assassinati. Riteniamo che nella Repubblica italiana tali manifestazioni debbano essere vietate e severamente perseguite, ai sensi delle norme della Costituzione e delle leggi specificamente varate contro l’apologia di fascismo. Non è lecito appellarsi alla libertà di manifestazione per fare propaganda ad un regime che le negò e le represse per oltre un ventennio. Nessuna tolleranza è consentita verso gli eredi di quello che fu il periodo più buio della storia italiana".

"Il partito della rifondazione comunista della federazione di Ravenna condivide fino in fondo il comunicato dell'Anpi provinciale riguardo all'ipotesi di una adunata fascista a Ravenna in ricordo del gerarca  Muti, e chiede un impegno concreto alle istituzioni locali, sindaco e Prefetto in primis, per evitare che Ravenna, città medaglia d'oro della Resistenza, venga infangata da questa presenza".

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