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Cronaca

Consumo di suolo, cementificati altri 52 ettari in provincia. Coldiretti: "Indispensabile invertire la marcia"

“Purtroppo – spiega Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna – abbiamo potuto toccare con mano gli effetti devastanti che un’antropizzazione spinta, associata agli eventi estremi generati dai cambiamenti climatici, hanno sul territorio"

Il consumo di suolo in Italia nel 2022 accelera, arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 chilometri quadrati, oltre il 10% in più rispetto al 2021. Lo rivela il rapporto annuale dell'Ispra sul consumo del suolo nel paese. Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 chilometri quadrati, il 7,14% del suolo italiano (7,25% al netto di fiumi e laghi).

I cambiamenti dell'ultimo anno si concentrano nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese. E il consumo di suolo, tra abbandono e cementificazione, avanza senza sosta anche in provincia di Ravenna, dove siamo ormai vicini alla soglia dei 19mila ettari di suolo vergine consumato, 52 "mangiati" nell’ultimo anno, con una media pro capite di terreno utile scomparso pari ad oggi a 490 metri quadri per abitante.

"A causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi un terzo (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile, che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari e con effetti ben evidenti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero - commenta la Coldiretti Ravenna - Il rapporto Ispra denuncia la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole ridotte di altri 4.500 ettari negli ultimi 12 mesi, il 63% del consumo di suolo nazionale. I dati nazionali evidenziano come in Italia oltre 9 comuni su 10 (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni".

“Purtroppo – spiega Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna – abbiamo potuto toccare con mano gli effetti devastanti che un’antropizzazione spinta, associata agli eventi estremi generati dai cambiamenti climatici, hanno sul territorio. È indispensabile invertire la marcia preservando dalla cementificazione la terra fertile, tutelando quindi il patrimonio agricolo e il lavoro degli agricoltori che del territorio sono i primi custodi, così come è urgente investire in manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con nuove opere infrastrutturali che vadano a potenziare la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana e nuove vasche di laminazione”.

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