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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Scoperte ben 400mila confezioni alimentari e farmaci cinesi di contrabbando

Sono stati bruciati nel termovalorizzatore gestito dalla Hera S.p.A. di Ravenna, oltre 400.000 confezioni alimentari destinate al mercato della Toscana, trasportate illecitamente all'interno di un container proveniente dalla Cina

Sono stati bruciati nel termovalorizzatore gestito dalla Hera S.p.A. di Ravenna, oltre 400.000 confezioni alimentari destinate al mercato della Toscana, trasportate illecitamente all’interno di un container proveniente dalla Cina. L’importatore, una società in accomandita semplice della provincia di Firenze gestita da cinesi, aveva dichiarato un carico di copertura di “bacchette, spazzolini da denti e tazzine” ma negli oltre 2.100 cartoni sono stati sequestrati dall’Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di Finanza di Ravenna salumi, uova, pesce, crostacei e liquori, destinati verosimilmente ad attività commerciali sul territorio nazionale.

Unitamente ai prodotti ad uso alimentare sono stati trovati circa 30 scatole contenenti 30.000 confezioni di medicinali (probabilmente un farmaco antinfluenzale) tutte con indicazioni calligrafiche cinesi, la cui importazione è assolutamente vietata in tutto il territorio comunitario. Sono tuttora in corso accertamenti congiunti con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per analizzare i principi attivi contenuti nei farmaci e definirne il potenziale grado di pericolosità.

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Gruppo di Ravenna hanno scortato il camion di HERA con la merce deperibile del carico illecito fino al termovalorizzatore di via Baiona ed hanno assistito alla distruzione degli alimentari, molti in pessimo stato di conservazione già al momento del sequestro. Grazie al costante monitoraggio sul traffico delle merci, il personale ispettivo dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza aveva selezionato una possibile spedizione sospetta e, al termine di una particolare attività investigativa, aveva deciso di approfondire la verifica con l’apertura del container ed il riscontro materiale del carico.

Infatti, nel tentativo di eludere i controlli al Porto e per limitare il rischio di ispezioni, i prodotti erano stati trasportati via mare in un contenitore non refrigerato e fatti transitare dalla Repubblica di Cipro - Stato membro dell’Unione Europea - facendo, così, acquisire carattere comunitario alla merce in arrivo via nave a Ravenna. Appena aperto, il container emanava un odore acre; le scritte sugli scatoloni, solo in lingua cinese, non aiutavano ad identificare la merce ed il peso dei primi cartoni non sembrava compatibile con i prodotti dichiarati. Dopo l’apertura della prima confezione la conferma dei sospetti e il sequestro dell’intero carico. Il rappresentante legale della società B.Y. di 50 anni è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna per il reato di contrabbando aggravato (reclusione fino a tre anni e multa che, nella circostanza, può arrivare fino ad 1.200.000 euro).

Il brillante risultato evidenzia il costante e quotidiano impegno delle Istituzioni operanti in ambito portuale a contrasto di quel genere di frodi che, oltre a mettere in pericolo la salute dei consumatori, alimentano quel mercato illecito che sottrae opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole.

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