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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, la denuncia della Pubblica Assistenza: "Hanno sequestrato le nostre mascherine"

La presidente: "In questo difficile momento, siamo stati lasciati soli da chi avrebbe dovuto considerarci parte integrante di un sistema nazionale"

Sono già trascorsi 40 giorni da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus. Sembra una vita, e probabilmente per molti lo è stato e lo sarà anche nei ricordi futuri. Tra questi anche gli operatori e i volontari della Pubblica Assistenza Città di Ravenna. Giorni interminabili fatti di lavoro per l’unità di crisi, impegnati a stilare procedure per informare e formare gli equipaggi, cercare fornitori per l’approvvigionamento di dpi, i dispositivi di protezione individuale indispensabili alla tutela di chi opera sulle ambulanze a contatto con pazienti Covid-19. Ore e ore a insegnare agli equipaggi la decontaminazione dei mezzi, la vestizione e la svestizione per affrontare i trasporti.

"La ricerca dei dpi – racconta Angela Gulminelli, presidente della Pubblica Assistenza Città di Ravenna pensando al passato recente e guardando al futuro – era e resta un vero incubo. Qualche giorno fa, quando pensavamo di essere riusciti nell’intento, è arrivata la notizia che il nostro materiale, principalmente le famigerate mascherine chirurgiche, erano bloccate in dogana. Ci è stato riferito dai nostri fornitori che erano sequestrate ora dalla Protezione Civile, ora dalla Guardia di Finanza".

Ecco allora insorgere la necessità di contingentare le mascherine chiedendo agli equipaggi di utilizzarle più giorni e di conservarle in una busta di plastica: "In questa difficile fase – prosegue ancora la presidente – siamo stati aiutati dalla Croce Rossa Italiana comitato di Ravenna che ci ha donato 250 mascherine. Ci hanno aiutato anche medici dentisti e medici veterinari, oltre a singoli cittadini che si sono privati delle loro scorte per donarle a noi e permetterci così di proseguire in sicurezza la nostra attività. Abbiamo elemosinato mascherine ovunque. Ci hanno aiutato una Pubblica Assistenza di Maranello e una di Cesena".

Il senso di responsabilità era, e resta, lo stimolo maggiore anche in questi giorni così difficili: "Siamo sempre al servizio della collettività e abbiamo instaurato uno stretto rapporto con la centrale 118 Area Vasta Romagna. Incontri pressoché quotidiani per accordarci su come procedere. Fa rabbia sentire in tv e leggere sulla stampa – dice senza giri di parole Gulminelli – che la Protezione Civile distribuisce a destra e manca mascherine chirurgiche piuttosto che FFP2 e FFP3. Ci siamo chiesti spesso se sono quelle ordinate e pagate da noi e mai arrivate. È vero, siamo in una situazione surreale. Tuttavia con le tecnologie che esistono oggi sarebbe stato possibile monitorare le esigenze a livello nazionale come si riesce in tempo reale a monitorare la situazione Covid. Questo per far sì che tutti potessero avere forniture, anche piccole, anche insufficienti. Avremmo continuato a chiedere agli equipaggi di utilizzare lo stesso presidio per più giorni, ma ci saremmo comunque sentiti parte di un sistema. Perché questo discorso? Per dire semplicemente che, in questo difficile momento, siamo stati lasciati soli da chi avrebbe dovuto considerarci parte integrante di un sistema nazionale. Siamo osannati quando non serve e ignorati quando siamo in difficoltà. Perché?".

E la risposta è tutt’altro che ironica: "Perché pur lamentandoci, continuiamo a lavorare. Nonostante tutto i nostri volontari hanno controllato la temperatura ai passeggeri in arrivo all’Aeroporto di Bologna, consegnano la spesa a domicilio alle fasce più deboli e tanto altro ancora. Perché le ambulanze continuano a prendere servizio ogni mattina – sottolinea Gulminelli – sia per i servizi ordinari che per i trasporti di pazienti Covid-19. Perché continuiamo ad arrabattarci per il reperimento dei dpi temendo per la salute di tutti i nostri operatori. Ma non ci arrendiamo e ogni mattina siamo qui pronti a ricominciare. Arrabbiati, ma silenziosi. Amareggiati ma operosi".

Poi lo sguardo di rivolge al personale della Pubblica Assistenza: "Voglio ringraziare tutti, veramente tutti, per l’impegno che mettono in questa sfida. Grazie ai dipendenti e alle loro famiglie che li accolgono tutti i giorni al rientro da una pesante giornata di lavoro e non sanno se tutto è andato bene. Grazie a tutti i volontari che si sono messi da subito a disposizione, lasciando le loro famiglie per andare a vivere anche da soli in appartamenti che alcuni cittadini ci hanno messo a disposizione con grande senso di solidarietà. Grazie all’unità di crisi che lavora giorno e notte per tenere gli operatori sempre aggiornati. Sono molto orgogliosa nella mia associazione e di quello che sta facendo, e non so se tutti possono dire la stessa cosa".

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