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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Lugo

Azienda perfetta, ma solo in apparenza: con le fatture false evasi 3,5 milioni di euro

Evasione fiscale nel comparto della produzione dei divani: la guardia di finanza ha scoperto 3.5 milioni evasi al fisco. A fronte di un fatturato medio di 2,5 milioni di euro l'anno, grazie a un collaudato sistema di fatture false, non avrebbe versato praticamente nulla all'Erario. E' quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Lugo

Evasione fiscale nel comparto della produzione dei divani: la guardia di finanza ha scoperto 3.5 milioni evasi al fisco.  A fronte di un fatturato medio di 2,5 milioni di euro l’anno, grazie a un collaudato sistema di fatture false, non avrebbe versato praticamente nulla all’Erario. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Lugo, nel ravennate, che ha denunciato a piede libero un imprenditore cinese 38enne per  utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’uomo, da una ventina d’anni in Italia, fino al 2012 aveva operato nel distretto forlivese del divano per poi trasferirsi in un capannone del lughese.

Secondo le verifiche delle Fiamme Gialle, l’uomo, sebbene dichiarasse in media 10.000 euro all’anno, in realtà ne guadagnava fino a 300.000, riuscendo così a evadere, in quattro anni circa 2,2 milioni di tasse. Funzionava così: grazie a fatture false per circa un milione di euro l’anno, il 38enne era sostanzialmente in grado di pareggiare costi e ricavi, sebbene le aziende che gli commissionavano i divani (colossi del settore) gli fornissero praticamente tutto il materiale necessario per una produzione Made in Italy di alta qualità, tanto che tra i pezzi figuravano modelli da 30.000 euro compresi di prese USB e casse integrate per la diffusione della musica.

L’inchiesta è scattata l’anno scorso quando, al momento dell’apertura di una verifica fiscale, i finanzieri si sono imbattuti in un’azienda all’apparenza perfetta: tanto lavoro, macchinari all’avanguardia e una catena di montaggio idonea alla produzione di rango. In totale 26 dipendenti, dei quali uno “in nero”, tutti di origine cinese.

Perfetta, sempre all’apparenza, anche la contabilità. Quando i militari hanno passato al setaccio i libri contabili, sono loro balzate all’occhio numerose fatture di acquisto emesse da altrettanti fornitori, sempre cinesi e tutti evasori totali o con partite iva inattive da molto tempo. I controlli successivi hanno permesso di stabilire che le fatture emesse facevano riferimento a indirizzi inesistenti. L’ultimo tassello investigativo è arrivato dalle anomalie riscontrate sui pagamenti: le fatture d’acquisto dei fornitori reali venivano pagate, prevalentemente, con bonifici bancari; mentre quelle dei fornitori fittizi venivano saldate in contanti o attraverso assegni poi incassati dallo stesso 38enne. Quelle somme, prelevate in contanti allo sportello della sua banca, venivano usate per spese personali o inviate in Cina. In totale tra il 2010 e il 2014 sono state scoperte fatture false per 3,5 milioni di euro.

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