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Cronaca Lugo

Il caso del finto suicidio finisce in tribunale: Adamo Guerra sarà processato

L'uomo scovato in Grecia da "Chi l'ha visto" dovrà rispondere di violazione degli obblighi di assistenza familiare

Dopo la tv, il caso del finto suicidio del lughese Adamo Guerra approda in tribunale. Ritenuto morto per dieci anni e poi scoperto in Grecia dalla trasmissione "Chi l'ha visto?", il 57enne che lasciò moglie e figlie a Lugo, dovrà presentarsi al Tribunale penale di Ravenna per rispondere di violazione degli obblighi di assistenza familiare, per avere abbandonato il domicilio domestico, sottraendosi ai doveri inerenti la responsabilità genitoriale e alla qualità di coniuge, facendo mancare i mezzi alla moglie Raffaella Borghi e alle due figlie.

Stando a quanto apprende l'Ansa, la citazione a giudizio della Procura ravennate è la conseguenza del fascicolo nato dalla querela che Borghi fece a settembre 2016 ai carabinieri di Imola, in provincia di Bologna. Una denuncia che ha fatto emergere le prime contraddizioni di un caso sorprendente: la donna sapeva che l'ex marito era vivo già nel 2016. Da lì, la prima udienza era stata fissata per settembre 2019: ma il processo era stato sospeso perché l'imputato era stato dichiarato irreperibile fino a quando, nell'ambito del procedimento civile avviato dalla donna per il divorzio, a febbraio 2022, aveva fatto richiesta all'Aire (anagrafe italiani residenti all'estero) di essere cittadino italiano residente in Grecia.

In seguito alla fissazione dell'udienza penale notificata ad aprile, giusto martedì scorso c'è stata un'udienza davanti al giudice monocratico Antonella Guidomei, che, per una incompatibilità legata a una questione formale del precedente avvocato d'ufficio dell'uomo, ha rinviato tutto a gennaio in quella che dunque sarà la prima udienza del processo: moglie e figlie, che erano presenti, hanno manifestato l'intenzione di costituirsi parte civile.

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