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Cronaca Faenza

Sfila 800 euro dalla tasca di un uomo: nomade incastrata grazie al fotokit dell'Arma

Una nomade 49enne originaria della Bosnia Erzegovina, molto nota in città, è stata denunciata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile

Ha sfilato dalla tasca di un uomo ottocento euro appena prelevati per pagare l'affitto, ma è stata “incastrata” dal sistema informatico Weblase, la banca dati fotografica dei Carabinieri a disposizione del comando della Compagnia di Faenza. Una nomade 49enne originaria della Bosnia Erzegovina, molto nota in città, è stata denunciata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile. Il furto con destrezza è stato commesso all’interno dell’ospedale civile manfredo.

Qui un professionista 64enne di Castel Bolognese aveva accompagnato la moglie assieme alla figlia per essere sottoposta ad un esame diagnostico. Verso le 8.30 la famiglia, a bordo della loro auto, era entrata nel parcheggio e dopo aver lasciato il mezzo si è diretta negli ambulatori. Al termine degli accertamenti sanitari,  la figlia e la mamma si sono affrettate verso il parcheggio per riprendere l’auto, mentre il 64enne, che era rimasto poco più indietro, e’ stato avvicinato da una donna che con fare molto insistente ha comiciato a chiedergli alcuni spiccioli.

Eì stata la figlia dell’uomo ad accorgersi che la nomade, visibile anche a distanza per via dei suoi capelli colore biondo scintillante, era venuta a “stretto contatto” con il padre, al punto che è immediatamente tornata indietro urlando all’indirizzo della donna che si e’ subito allontanata. I tre, ancora scossi dall’accaduto, sono saliti sull’auto e si sono diretti verso casa. A quel punto l'uomo si è accorto di esser stato derubato della somma di denaro prelevata poco prima

Realizzato l’accaduto i tre hanno deciso di cambiare direzione e recarsi alla caserma della compagnia in via Giuliano Da Maiano per denunciare l’accaduto. Dopo il racconto dell’accaduto e la descrizione dei fatti così come erano stati raccontati, sono partite le indagini. Gli uomini dell’arma sono ricorsi al sistema informatico “weblase”, una sofisticata applicazione in uso ai carabinieri che consente l’accesso ad una banca dati contenente migliaia di fotografie di pregiudicati e di tutte le persone fotosegnalate dagli organi di polizia su campo nazionale che associa caratteristiche somatiche a impronte digitali ed immagini.

Partendo dalle dichiarazioni rese dalla vittima, gli inquirenti hanno effettuato la “seduta di riconoscimento”: sullo schermo del sistema informatico sono state mostrate sia al 64enne che alla figlia decine di fotografie di donne che potevano corrispondere alla loro descrizione, “stringendo” la ricerca su quelle gravitanti fra i campi nomadi dell’Emilia Romagna. In una sorta di confronto all’americana “virtuale” i due hanno riconosciuto senza ombra di dubbio la donna che poco prima avevano incontrato in ospedale, malgrado il colore dei capelli che alla data della fotografia non erano biondo platino come il giorno del furto.

Si tratta di una “vecchia” conoscenza delle forze dell’ordine, una 49enne originaria della bosnia erzegovina ma da anni dimorante a faenza. E' tornato utile all’indagine anche un accertamento del giorno precedente quando due militari del nucleo operativo, in abiti civili, si erano recati in ospedale poiché erano giunte diverse segnalazioni al 112 di cittadini che lamentavano la presenza di due rom che insistentemente si avvicinavano ai passanti, soprattutto agli anziani, con il pretesto di chiedere l’elemosina.

Lungo Corso Mazzini i carabinieri avevano riconosciuto proprio la 49enne che si stava allontanando. Per il furto con destrezza ai danni del 64enne la nomade è stata denunciata per “furto aggravato”. Purtroppo dei soldi nessuna traccia. I militari dell’arma raccomandano di segnalare sempre al 112 anche la sola presenza di persone “sospette in luoghi molto affollati come l’ospedale, infatti sono i “preferiti” dai malintenzionati perché è più facile per loro individuare potenziali vittime. per difendersi dai furti, inoltre, occorre “tenere gli occhi aperti” ed  evitare che altri vedano dove si tengono i soldi, ma soprattutto non farsi avvicinare  e mai venire “a contatto” con sconosciuti che potrebbero rivelarsi abilissimi borseggiatori.

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