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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il primo studentato nato da una casa di riposo: il racconto degli studenti che lo abitano - VIDEO

Sveglia presto per andare a lezione, mattinata in Università e il pomeriggio in sala studio a ripetere. La sera poi ci si ritrova per cena nella sala comune

Da casa di riposo a residenza universitaria. Una metamorfosi che ha due protagonisti: lo Studentato Santa Teresa, il primo in assoluto a Ravenna, che da questo anno accademico ospita 25 studenti fuorisede, e l’Ente caritatevole che ha voluto e reso possibile questa trasformazione, la Fondazione Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù. Tradizionalmente impegnata nel sociale a servizio di anziani e bisognosi, ha riconosciuto nell’esigenza di alloggio di tanti studenti uno dei nuovi bisogni del nostro tempo e, per dare risposta a questo bisogno, ha messo quindi a disposizione propri spazi nel cuore della città romagnola.

L’ente ha potuto contare sull’immediata disponibilità della Regione Emilia-Romagna che tramite ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia-Romagna, ha integralmente recuperato lo stabile e fornito gli arredi e gli accessori. Il progetto è raccontato in un approfondimento curato dall’Agenzia di Informazione e comunicazione della Giunta, online da oggi sul sito della Regione: https://regioneer.it/studenti-ravenna 

Ad aprire le porte dello studentato e a descrivere come si svolge la vita al suo interno sono alcuni delle ragazze e dei ragazzi che ci abitano: Lucia Parigi, Mira Perghem, Giacomo Masarotti, Aisha Ashfaq, Simona Perta e Martina Concas. È invece il vicedirettore della Fondazione Santa Teresa Luciano Di Buò a spiegare come nasce l’idea di offrire le proprie strutture, una volta destinate ad accogliere anziani e bisognosi, ai  fuorisede.

Sveglia presto per andare a lezione, mattinata in Università e il pomeriggio in sala studio a ripetere. La sera poi ci si ritrova per cena nella sala comune. Senza dimenticare un po’ di palestra e qualche passeggiata in una delle città d'Italia più ricche dal punto di vista culturale, Ravenna, perché "il solo studio matto e disperatissimo", come ricordava Leopardi, non fa bene. 

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