"La Romagna è seduta sopra un bombolone di gas"
Appello di Ravenna Virtuosa /Associazione Clan-Destino contro l'impianto da quasi un miliardo di metri cubi all'anno per lo stoccaggio del gas che dovrebbe sorgere nella zona della Bassa Romagna
"La Romagna è seduta sopra ad un bombolone di gas". E' l'allarme che viene lanciato da Ravenna Virtuosa / Associazione Clan Destino, in riferimento al deposito sotterraneo di stoccaggio di gas naturale da un miliardo di metri cubi all’anno, in grado di erogarne fino a 7,2 milioni al giorno, "che Edison sta realizzando sotto le case dei cittadini quasi a loro insaputa - accusano i referenti dell'associazione, Cinzia Pasi e Roberta Babini -, una zona che, cartina del rischio sismico alla mano, è dichiarata a rischio più elevato rispetto alle aree distrutte dal terremoto nelle scorse settimane".
Presso il giacimento di gas metano esaurito nel 2000, è partita la realizzazione di una struttura che verrà utilizzata per stoccare quasi un miliardo di metri cubi all’anno dello stesso gas, pari a circa il dieci per cento della capacità di stoccaggio nazionale. La parte principale dello stabilimento, denominato San Potito-Cotignola, sarà realizzato ex novo dopo la quasi totale demolizione della struttura esistente e dovrebbe sorgere ai margini della strada provinciale San Vitale, nel comune di Bagnacavallo.
Altre “aree pozzo” sono previste a Cotignola e Granarolo Faentino; il Comune di Castel Bolognese sarà interessato dalla presenza della stazione di misura, Solarolo da condutture e Lugo da pozzi di ispezione e sottosuolo in concessione.
L’impianto di stoccaggio andrà ad immagazzinare gas nel periodo estivo per poi erogarlo durante l’inverno, una sorta di grande ”bombolone” di gas, il primo esempio in Italia.
"Un altro stoccaggio simile era previsto a Rivara, nei pressi di San Felice Sul Panaro, secondo la carta sismica a rischio inferiore rispetto alla provincia di Ravenna - affermano Babini e Pasi -. Qui le popolazioni, meglio informate e più attive, hanno condotto una strenua battaglia contro questo impianto che, anche a seguito del sisma, ha incassato il diniego del Ministero".
Secondo gli ambientalisti, "accettare lo stoccaggio sotterraneo di Edison ha portato nelle casse dei comuni interessati 3.700.000 euro complessivi così distribuiti: 1.624.470,08 a Bagnacavallo, 349.550,98 a Lugo, 696.276,14 a Cotignola, 642.106,66 a Faenza, 193.798,07 a Castel Bolognese, 193.798,07 a Solarolo".
"Alla luce di quanto è successo molto vicino a noi e visto l’alto rischio sismico anche della nostra zona, lanciamo un appello a tutti i Sindaci, a tutti i componenti dei consigli dei comuni - affermano gli ambientalisti - firmatari della convenzione di Edison e dei comuni vicini, affinchè chiedano uno STOP immediato ai lavori in corso, al fine di effettuare nuove valutazioni sismiche e tecniche di questo impianto di stoccaggio sotterraneo".
Con tale atto di responsabilità gli amministratori locali dimostrerebbero di essere guariti dalla “sindrome da compensazioni” del Dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba.