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Cronaca Faenza

Lo storico cavaliere Giacomoni si ritira dopo 35 anni: "Sarebbe divertente commentare il Palio di Faenza con mio babbo"

Una carriera costellata di vittorie quella di Giacomoni: 45 titoli nelle giostre di mezza Italia di cui 10 con i colori del Rione Rosso al Palio del Niballo

“Fine. Tutte le storie hanno una fine. Libri, film, favole, insomma tutto. Io posso dire di averne scritte tante di pagine da Cavaliere/Giostratore. Ho perso e ho vinto. Sono uscito illeso a volte e ammaccato in altre. Se ero amato davo il cuore e di più. Mi sono divertito ma spesso i sacrifici erano tanti e mi chiedevo perché lo facevo. Poi arrivava un drappo, un cencio, chiamatelo come volete  e tutte le fatiche magicamente sparivano. Pazzia a volte sana, ma spesso no. Mica era un lavoro retribuito, però l'impegno era quello di un professionista. Va beh, senza tanto divagare. Stop fine, lancia al chiodo. Per chi è arrivato a leggere fino a qui c'è un grazie e un saluto. Perché l'ironia non deve mancare mai”.

Questo il post con il quale Willer Giacomoni ha annunciato, poco prima della Nott de Bisò, di porre fine alla propria carriera da cavaliere nelle giostre storiche. L’addio al mondo dei cavalli è stato affidato ai social dopo che, nell’autunno scorso, Giacomoni aveva lasciato l’incarico di responsabile della scuderia di Borgo Durbecco, come lui stesso ammette: "Avevo già dato le dimissioni a ottobre dalla scuderia del Borgo per divergenze di idee, e già in quel momento cominciavo a essere stanco”.

Una carriera costellata di vittorie quella di Giacomoni: 45 titoli nelle giostre di mezza Italia di cui 10 con i colori del Rione Rosso al Palio del Niballo. Uno in particolare, quello del 1997, tatuato sulla pelle: “Mio babbo (Mario Giacomoni, ‘il Faenza’ per i senesi, anch’egli cavaliere plurivincitore del Niballo e di altre innumerevoli giostre in Italia, nda) mi ha cresciuto con il concetto di dare importanza ad ogni gara - spiega Willer -, ed io quindi ho amato tutte le giostre che ho disputato. Il Niballo del 1997 però era il mio sogno da bambino che si è realizzato, quindi mi tatuai sulla spalla sinistra un cavallo con le fiamme”.

Storico infatti è stato il binomio Giacomoni-Fiamma, la cavalla del Rosso con cui il cavaliere ha scritto oltre un decennio di pagine della storia del Niballo. E proprio un ricordo particolare del cavaliere riguarda la scuderia di Porta Imolese, in cui Giacomoni mosse i primi passi lancia in resta. “Penso a mio babbo e a Franco Ricci (altro noto cavaliere faentino, nda). E’ stata una vita piena, in cui ho conosciuto tante persone. Porterò sempre con me i ricordi legati, nel bene e nel male, alle amicizie che ho stretto”.

Proprio da quell’ambiente, che lo ha impegnato da quando aveva 14 anni e fino ai 48 compiuti, Giacomoni ha deciso di separarsi definitivamente: “Io nella mia vita ho fatto tantissimi sacrifici - prosegue Willer -, ho sempre trascurato tutto per i cavalli e in questi lunghi anni di attività ho sempre approcciato tutto con un impegno elevato. Questa vita mi aveva consumato. Impegni grossi non ne voglio più, dopo tanti anni sono stanco e ho voglia di cambiare completamente”.

In pochi giorni sono stati innumerevoli i messaggi che Giacomoni ha ricevuto privatamente e pubblicamente: “Anche da persone inaspettate. Mi hanno fatto piacere. Ho parlato anche con Pecio (Paolo Calderoni, singolista del Rione Rosso negli anni ’90, nda), lui mi ha compreso perchè mi ha detto che le bandiere ad un certo punto della giornata si appoggiano, mentre il cavallo no. Un animale ti impegna per 24 ore al giorno”. Un impegno che oggi non tutti potrebbero riuscire ad assumersi: “E’ un mondo che consuma energie - chiarisce Giacomoni -. Io sono contento di aver lasciato questo imprinting a Enrico Gnagnarella (giovane cavaliere di Durbecco, nda). Secondo me è uno dei pochi che si potrà impegnare come una volta”. E sui giovani dice: “Purtroppo attualmente ci sono cose più divertenti che si fanno con meno sacrifici”.

Nell’attualità di Willer Giacomoni ora c’è la famiglia e qualche progetto ‘adrenalinico’ da realizzare. “L’adrenalina ci vuole per un Giacomoni - sottolinea Willer -. Adesso voglio divertirmi. Sto studiando come trasformare la mia moto e sto organizzando le ferie. Mi sembra di vivere una vita più serena, posso stare con mia figlia e le giornate mi sembrano un po’ più lunghe, insomma me le godo di più”. Non esclude, Willer Giacomoni, un impegno da commentatore del Niballo prossimamente: “Ma solo se non sarò via e se ci sarà anche Mario, sarebbe divertente. Mi è già capitato di fare il commentatore a Foligno”.

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