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Cronaca Cervia

Maltempo, la situazione a Cervia: vietato l’accesso al porto canale

A Cervia dunque è momentaneamente vietato l'accesso al porto canale, ai moli e ai moli del Porto turistico, così come è raccomandabile non transitare nella fascia dell'arenile a causa dello stato del mare

La Protezione civile ha emanato un’allerta meteo di preallarme, in particolare per lo stato del mare e la criticità idraulica. La fase di preallarme significa che sono previsti eventi di notevole intensità che possono costituire possibilità di elevato pericolo per la popolazione e tali da poter provocare danni gravi sulle zone interessate. A Cervia dunque è momentaneamente vietato l’accesso al Porto canale, ai moli e ai moli del Porto turistico, così come è raccomandabile non transitare nella fascia dell’arenile a causa dello stato del mare.

L'amministrazione comunale "raccomanda anche di prestare la massima attenzione alla specifica segnaletica semaforica di preavviso degli allagamenti dei sottopassi stradali e al livello dell’acqua nelle strade, evitando di transitare ad ogni costo se si ravvisano allagamenti e di attivare misure di autoprotezione come richiesta di sacchi di sabbia  se le abitazioni sono in situazioni di criticità". Viene consigliato "di mantenersi costantemente informati sull’evolversi della situazione, prestando attenzione agli avvisi e alla comunicazioni diffuse attraverso i mezzi di comunicazione: sito ufficiale del comune:www.comunecervia.it; Facebook del comune www.facebook.com/comunedicervia; e agenzia regionale di Protezione civile: protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/".

L’Amministrazione comunale, la Protezione civile e l’Ufficio Locale Marittimo di Cervia, viene sottolineato in una nota, "stanno monitorando e sorvegliando costantemente il territorio, ma è necessaria la collaborazione di tutti segnalando le criticità alla Polizia municipale 0544-979251. Ognuno di noi è parte fondamentale e indispensabile del sistema di protezione civile, che  non può essere delegata solo agli addetti ai lavori, ma deve essere patrimonio di ogni collettività e arricchita dalle conoscenze e dal contributo di tutti. I cittadini non devono essere soggetti che subiscono passivamente le calamità e la “cultura della sicurezza” deve appartenere a tutti perché  “Tutti siamo protezione civile”".

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