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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Campi allagati per salvare la città, la protesta dei braccianti: "Non è arrivato un euro, Figliuolo venga qui"

Centinaia le persone alla manifestazione organizzata in un campo di via degli Zingari allagato durante la piena per proteggere il centro città. Legacoop: "Vogliamo assoluta chiarezza sui ristori"

Oltre 6 mila ettari di terreno allagati, una superficie pari a 9 mila campi da calcio che, messi uno dietro l'altro, arrivano fino alla Sicilia. Con questi numeri Paolo Lucchi, presidente Legacoop Romagna, ha aperto la manifestazione delle cooperative di braccianti agricoli che, dopo l'alluvione, chiedono risposte concrete al Governo sugli indennizzi. L'iniziativa, che ha visto la partecipazione di alcune centinaia di persone si è svolta nella mattinata di sabato (16 settembre) in via degli Zingari, nel campo che venne allagato per primo, durante l'alluvione, dopo che fu autorizzato il taglio degli argini sui terreni delle cooperative per salvaguardare il centro della città. Una manifestazione organizzata da Legacoop, presente con i rappresentanti nazionali e i referenti delle altre aree dell'Emilia Romagna.

Lucchi (Legacoop Romagna). "Vogliamo risposte concrete"

"In questi 140 anni di storia - ha detto Lucchi - siamo andati avanti con le tecnologie e le tecniche, ma una cosa non è cambiata per le nostre realtà: il legame con il territorio. Per questo è stato naturale rispondere all'appello di salvaguardare i centri abitati allagando i nostri campi. Oggi però da qui diciamo che da soli non ce la facciamo. I danni alle cooperative agricole dei braccianti ammontano a 30 milioni di euro, 16 per le colture e 14 per i mezzi di produzione. Le sole rotture degli argini in quattro punti diversi hanno causato otto milioni di danni". Lucchi ha sottolineato che le prime bozze di decreti sui ristori che circolano non sono soddisfacenti. "Si parla di coperture al cento per cento fino a 40 mila euro di danni, mentre per la parte eccedente si procederà in base alle risorse disponibili. Su questo vogliamo assoluta chiarezza".

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Le cooperative braccianti: "Non è arrivato un euro"

"Le nostre aziende hanno avuto danni per 1.8 milioni di euro, abbiamo visti compromessi i ricavi di questa stagione quando avevamo già ormai sostenuto i costi della produzione. A parlare è Fabrizio Galavotti, di Cab Terra, che ha ricordato come "qui le stime le abbiamo fatte, sono i moduli per compilare le richieste di indennizzo che mancano. Ora stiamo sostenendo ancora i costi di ripristino per le reti scolanti e per riportare i terreni alla fertilità precedente. Siamo felici della vicinanza di persone che, da tutta Italia, ci sostengono e che, come noi, non comprendono i ritardi delle istituzioni nazionali, presenti qui solo nel momento di massima emotività".

A Galavotti fa eco Gabriele Tonini, di Cab Massari, che ha ricordato come "abbiamo avuto 1600 ettari sommersi su 2500, riuscendo a raccogliere un centinaio di ettari di grano e salvaguardando miracolosamente i frutteti. Che poi hanno avuto un ulteriore danno con la tromba d'aria dello scorso 22 luglio, che ne ha abbattuto otto ettari e mezzo. Qui - ha aggiunto - da 120 giorni non si fa vedere nessuno e avere avuto ancora zero indennizzi vuol dire metterci in ginocchio". A parlare anche Rudy Maiani di Agrisfera, che ha sottolineato come "a essere vicine sono solo le istituzioni del posto. Noi abbiamo stimato un danno di 1.5-1.8 milioni solo per quest'anno. E la delusione è sentire qualcuno che ha detto, a fronte delle richieste del territorio, che l'Italia non è un bancomat. Mentre parlare di rimborsi di 40mila euro per chi ha subito danni di milioni è una umiliazione".

De Pascale: "Qui ci sono gli eredi di chi ha bonificato queste terre"

"La storia di questi seicento braccianti - ha ricordato il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele De Pascale - affonda le radici in quella delle donne e degli uomini che con le carriole legate sulla schiena hanno bonificato questi terreni metro quadro per metro quadro. A oggi mancano ancora le risposte e a volte anche il rispetto. Chi ha perso tutto vuole sentire al suo fianco la Repubblica, l'insieme delle istituzioni. La gente chiede poche cose e chiare: dagli indennizzi alla messa in sicurezza di un territorio fragile. Se siamo qui è chiaro che le risorse non sono state stanziate, altrimenti faremmo riunioni e non manifestazioni. Per questo alla Meloni dico di tornare ora in Romagna e fare come il presidente della Repubblica Mattarella che sarà qui, anche la prossima settimana, ad aprire l'anno scolastico. Un bell'esempio di vicinanza al territorio".

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Gamberini: "A Roma credono sia tutto finito"

"Oggi siamo tanti, la risposta c'è stata e non ce l'aspettavamo", ha affermato il presidente nazionale di Legacoop Simone Gamberini. "È un segnale importante, ma qui il problema è uscire dal dibattito politico e fare cose concrete per il territorio, perché a Roma qualcuno crede che i problemi siano risolti. Governo e istituzioni devono trovare soluzioni, abbiamo la necessità che il commissario Figliuolo venga qui e cerchi di capire come intervenire. Le soluzioni le troviamo insieme, noi le proposte le abbiamo". 

Alla manifestazione hanno partecipato anche altri rappresentanti territoriali, compresi alcuni parlamentari, oltre al presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Daniele Montroni, la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini, di Legacoop Imola, Raffaele Mazzanti e di Legacoop Estense, Paolo Barbieri, insieme  alle delegazioni delle organizzazioni bracciantili di quei territori, tra cui Agricoop, Il Raccolto e coop Giulio Bellini. Tra le organizzazioni che hanno sostenuto la protesta anche Cgil e Flai-Cgil, Confcommercio e Uil Ravenna, con il comitato degli alluvionati di Fornace Zarattini.
 

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