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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Il polo chimico, una "città nella città" che ogni anno versa oltre un milione di euro ai ravennati

Risorse che vengono utilizzate per la realizzazione di servizi alla città. Numeri importanti sconosciuti ai più, ma che rendono l'idea della "compensazione" data dal distretto produttivo che si sviluppa a sinistra del Candiano

L’area chimica e industriale di Ravenna, grazie all'IMU, versa ogni anno oltre un milione di euro al Comune di Ravenna, risorse che vengono utilizzate per la realizzazione di servizi alla città. Numeri importanti sconosciuti ai più, ma che rendono l'idea della "compensazione" data dal distretto produttivo che si sviluppa a sinistra del Candiano.

La zona industriale e portuale comprende al suo interno un sito produttivo multi-societario, ovvero l’ex petrolchimico Enichem, caratterizzato dalla presenza di imprese produttive con processi e servizi eterogenei, principalmente nell’ambito della chimica e della petrolchimica, ma anche servizi di produzione energia e trattamento rifiuti. Nel sito chimico multisocietario di Ravenna “Ex Enichem” sono coinsediate 14 società diverse (Polimeri Europa, Ineos Vinyls Italia, Acomon, Borregaard Italia, Rivoira, Yara Italia, Ecofuel, Endura, Vinavil, Cray Valley Italia, Enipower, Syndial, Ravenna Servizi Industriali e Carburanti del Candiano)

Immagine dell’area portuale-industriale di Ravenna, con identificazione del Distretto Produttivo (in rosso) e del sito multi-societario ex-Enichem (in giallo)foto1--34

Una "città nella città"

L’area chimica e industriale di Ravenna costituisce un ambito produttivo caratterizzato da specifici settori di attività che hanno la chimica come principale denominatore comune, oltre alla produzione di energia e alla fornitura di servizi ambientali in gran parte asserviti alle stesse attività produttive. Gli impianti presenti nell’area, gestiti da soggetti diversi, corrispondono a unità impiantistiche separate e sono organizzate come una piccola "città nella città".

Analizzando i dati del Catasto Fabbricati pubblicato dall’Agenzia delle Entrate a luglio 2023 e riferito alla data del 31 dicembre 2022, nel comune di Ravenna per la tipologia immobiliare di categoria “D/1 – Opifici” sono presenti 1.429 unità immobiliari (sono qualificate in tale categoria, oltre ai grandi impianti industriali, anche le cabine elettriche lungo le strade). Nell’area della cittadella del Polo Chimico la categoria catastale “D/1 – opificio” è invece presente per un numero di 150 unità immobiliari, quindi circa il dieci per cento dell’intera Ravenna. Nel sito impiantistico sono inoltre presenti altre tipologie immobiliari e in particolare: numero 5 UIU di categoria D/7 (fabbricati per speciali esigenze di attività industriali), numero 4 UIU di categoria D/8 (fabbricati per speciali esigenze di attività commerciale) e alcune unità immobiliari di categoria ordinaria (gruppo catastale B e C). Queste categorie del gruppo D (D/7 e D/8) costituiscono meno dell’1% del numero delle UIU della stessa categoria presenti a Ravenna.

L’informazione catastale dei beni del Polo Chimico consente di calcolare la base imponibile e l’imposta dovuta ai fini dell’IMU fino a determinarne la loro incidenza sull’entrata dell’ente locale. Le rendite catastali attuali - che dal primo gennaio 2016 escludono dalla rendita il valore dei cosiddetti imbullonati - determinano un’imposta IMU complessiva di circa 720.000 euro che le aziende del Polo pagano ogni anno al Comune di Ravenna. Oltre a tale somma, le stesse aziende, pagano la quota dell’IMU riservata allo Stato ammontante a circa 1.822.000 euro. Complessivamente l’IMU annuale versata dalle aziende per i beni iscritti al Catasto Fabbricati ammonta a circa 2,542 milioni di euro.

La partita dell’IMU deve anche considerare la quota parte che lo Stato riversa ai Comuni in relazione alla minore rendita catastale determinatasi in conseguenza dell’esclusione dei suddetti imbullonati (Legge di Stabilità 2016). Il Comune di Ravenna riceve dallo Stato annualmente la somma di circa 1,470 milioni di euro. Il dato catastale permette di calcolare quanta parte della somma dei 1,470 milioni di euro (incassata dal Comune di Ravenna) è riferita alla quota dei cosiddetti imbullonati del Polo Chimico: le visure storiche hanno consentito di calcolare in circa 433.000 euro il valore dell’IMU riferibile a tali imbullonati. Conseguentemente quasi il 30% di quanto riceve il Comune di Ravenna dallo Stato è da riferirsi agli imbullonati del Polo Chimico.

L’area chimica e industriale di Ravenna mette così a disposizione delle entrate del Comune di Ravenna, per la realizzazione dei servizi alla città, una somma annua complessiva di circa 1.153.000 euro determinata dall’IMU versata direttamente dalle Aziende proprietarie dei fabbricati nel sito in questione (720mila euro) e dall’IMU riversata dallo Stato per gli imbullonati (433 mila euro).

Entrate importanti per la città

Ma come vengono utilizzate dal Comune di Ravenna queste risorse? Facendo parte delle entrate tributarie del bilancio comunale, l'IMU non ha una destinazione vincolata (a differenza di altre, ad esempio i trasferimenti erariali). Queste risorse vengono utilizzate per sostenere alcuni servizi alla cittadinanza che, diversamente, sarebbero difficilmente realizzabili. Sono impiegate, ad esempio, per sostenere i servizi sociali e i servizi scolastici, quelli relativi al diritto allo studio e al trasporto pubblico, i servizi di anagrafe e tanti altri.

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