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Cronaca

Povertà, con la crisi salgono del 75% le richeste di aiuto alla Caritas

I dati del centro di ascolto della Caritas di Ravenna mettono in evidenza un quadro drammatico relativo alle nuove povertà. Nel corso del 2012 sono stati accolti 1.066 nuclei diversi. Moltipricando i nuclei per i diversi componenti familiari arriviamo a un totale di 3.171 persone sostenute

I dati del centro di ascolto della Caritas di Ravenna mettono in evidenza un quadro drammatico relativo alle nuove povertà. Gli obbiettivi e il significato del Centro di ascolto, vengono messi in evidenza dalla responsabile, Raffaella Bazzoni e da Mario Fontana, responsabile Osservatorio delle povertà Caritas: “A centro di ogni nostra attività c’è sempre (o almeno cerchiamo di farlo) la persona, con la sua storia, la sua unicità, le sue sofferenze ma anche le sue gioie, i suoi momenti bui ma anche le sue conquiste e i suoi traguardi. E’ per noi quindi fondamentale cercare di instaurare con le persone che incontriamo una relazione di fiducia”.

Un excursus sui dati degli anni precedenti aiuta a capire l'emergenza: nel 2009 3.436 passaggi al centro (+ 27% rispetto al 2008 quando i passaggi erano stati 2.696); nel 2010 sono stati 4.124 passaggi (+ 20% rispetto al 2009); nel 2011 4.037,con un lieve calo, per arrivare nel 2012 a registrarne 4.722 (+ 17% rispetto al 2011). Rispetto quindi al 2008, nei fatidici  quattro anni di crisi, c’è stato un aumento del 75%. “E’ sicuramente un dato impressionante se si considera che in questi ultimi anni – spiegano i responsabili - hanno anche aperto alcuni centri di ascolto parrocchiali nella nostra città, facendo quindi lì convogliare nuclei che in precedenza si rivolgevano a noi”.

Generalmente nel corso dei mesi le presenze sono quasi costanti, salvo registrare una affluenza più intensa nel mese di marzo, legata probabilmente alle richieste di aiuto per il pagamento delle utenze invernali. Nel corso del 2012 sono stati accolti 1.066 nuclei diversi. Moltipricando i nuclei per i diversi componenti familiari arriviamo a un totale di 3.171 persone sostenute attraverso i servizi erogati stabilmente dal centro di ascolto. Rispetto al 2011 quando i nuclei erano stati 936, c'è stato un aumento del 14% (considerando i nuclei),  mentre la percentuale sale al 25%, considerando il totale delle persone assistite, pari nel 2011 a 2.544 (totale che era stato calcolato moltiplicando i 936 nuclei per i il numero dei diversi componenti familiari).

Facendo un’analisi più approfondita rispetto all’età e alla nazionalità, si vede come nel corso degli anni ci sia stato un aumento di famiglie di giovani-adulti (fascia di età dai 35 ai 44 anni) che si sono presentate. Età che invece dovrebbe corrispondere al periodo di massima autonomia per l’individuo. Un dato questo che evidenzia anche la difficoltà per le famiglie a reggere a un sistema in crisi dove sono scarsissime le politiche di aiuto e sostegno per le famiglie stesse. Nello specifico un analisi ancora più approfondita rispetto alla nazionalità delle persone. Se un po’ più di un terzo, ossia 388 (36,39%), erano di origine italiana, i rimanenti due terzi provenivano da altri paesi. In particolare 308 nuclei provenivano dall’Africa (28,89%), di cui 129 (12,10%) dal Nord Africa; 696 provenivano dall’Europa (65,29%), di cui 388 dall’Italia (36,39%) e ben 305 dall’Europa dell’Est (28,61%); 19 dal Centro e dal Sud America (1,78%); 16 dall’Asia (1,50%) di cui 7 dal Medio Oriente, 2 dall’Oceania e 25 il cui dato non è stato registrato. Se si confronta la cittadinanza (italiana e non italiana) con il numero di figli minori conviventi emerge come ci sia un aumento di famiglie numerose che si sono rivolte al centro e fra queste le straniere in misura molto maggiore, visto anche il tasso molto basso di famiglie numerose italiane presenti sul territorio.

Dai colloqui emergono assolutamente presenti le situazioni di lavoro in nero (e quindi illecite), di casse integrazioni non rinnovate ora o di cui gli interessati sanno già che non verranno rinnovate al loro termine. Sono situazioni che stanno esplodendo purtroppo in termini concreti di sfratti e che sempre più spesso sfociano e contribuiscono a causare depressioni e situazioni di fragilità singole e familiari. Rispetto al bisogno primario del cibo  vengono sostenuti  i nuclei, con un progetto in rete con le assistenti sociali di circoscrizione, attraverso la fornitura di pacchi alimentari. Ogni famiglia riceve 1, 2 o 3 pacchi al mese a seconda del numero dei componenti. Là dove sono presenti dei bambini da 0 a 18 mesi circa, i pacchi vengono arricchiti con gli alimenti per la prima infanzia. Nel 2012 sono stati consegnati 3. 305 pacchi con un aumento del 16% rispetto al 2011. Dato che se confrontato con il 2008 (anno preso di riferimento per la crisi economica), rivela un aumento del 71%. “Non sono più sufficienti gli alimenti che riceviamo dalla Fondazione Banco Alimentare. Anzi gli stessi sono diminuiti passando dalle 58,6 tonnellate del 2010, alle 50,3 tonnellate del 2011, alle 45,6 tonnellate del 2012 – spiegano i resposabili - Per sopperire alle necessità abbiamo dovuto acquistare numerose tonnellate di  alimenti”.

Durante il 2012 hanno prestato la loro opera  nel centro 38 volontari che, con ruoli e tempi diversi, hanno permesso lo svolgimento quotidiano delle diverse attività. Presso il centro opera una persona stipendiata che ricopre il ruolo di responsabile.  Ha prestato inoltre servizio anche  una ragazza peruviana che sta svolgendo il Servizio Civile Regionale per Stranieri.

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