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Cronaca

Prendevano il reddito di cittadinanza ma commerciavano auto usate: 49 imprenditori nei guai

Aggiravano il sistema di controllo dell’Inps per ottenere indebitamente per il proprio nucleo familiare il beneficio economico del reddito di cittadinanza

Le Fiamme Gialle della prima compagnia della Guardia di Finanza di Ravenna hanno concluso, in sinergia e collaborazione con l’Inps, una serie di accertamenti in materia di tutela della spesa pubblica nei confronti di 49 imprenditori operanti nel mercato locale della compravendita di auto usate e loro familiari, i quali percepivano da tempo il reddito di cittadinanza pur non avendone titolo.

In particolare, dal momento che precedenti attività ispettive avevano rilevato la presenza in provincia di numerosi soggetti dediti al commercio di auto usate in modo professionale ma, in gran parte, eludendo i previsti adempimenti contabili e fiscali, è stata approfondita la situazione tutti i titolari di partita IVA della provincia operanti nello specifico settore, riscontrando così che ben 104 soggetti risultavano beneficiari del reddito di cittadinanza. I successivi approfondimenti si sono basati su un’articolata attività di incrocio e analisi dei dati, finalizzata a ricostruire l’effettiva situazione patrimoniale e reddituale dei nuclei familiari attenzionati, risultata completamente difforme da quella autocertificata dai soggetti al momento della presentazione dell’istanza di sussidio.

In particolare i beneficiari del contributo pubblico, per lo più di nazionalità rumena, si sono rivelati sistematicamente evasori fiscali, in quanto erano soliti non presentare le previste dichiarazioni dei redditi e/o presentarle indicando dati economici non veritieri e assolutamente sottostimati rispetto all’attività economica effettivamente svolta. Così facendo, al momento della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata a corredo dell’istanza di sussidio, i dati acquisiti automaticamente dall’Agenzia delle Entrate risultavano di fatto non veritieri, anche se formalmente corrispondenti alla posizione fiscale del soggetto e consentivano, quindi, aggirando il sistema di controllo dell’Inps, di ottenere indebitamente per il proprio nucleo familiare anche il beneficio economico del reddito di cittadinanza.

Per tali soggetti, quindi, si è proceduto a ricostruire i reali profitti dell’attività economica svolta andando a verificare, in collaborazione con il Pra, il numero e il valore delle auto usate da ciascuno di questi commercializzate, per poi riscontrare se i dati reddituali così ricostruiti fossero compatibili o meno con l’erogazione del sussidio pubblico. Al termine dei controlli, sono stati quindi segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna 49 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, per aver dichiarato il falso all’atto della presentazione dell’istanza e per aver omesso, nel periodo successivo, le dovute comunicazioni riguardanti le accertate variazioni reddituali e patrimoniali che avrebbero determinato la revoca del beneficio stesso.

Nello stesso tempo sono state inviate analitiche segnalazioni alla sede Inps di Ravenna per la decadenza del beneficio e la successiva attività di recupero delle somme di denaro indebitamente percepite, stimate complessivamente in circa 300.000 euro. L’ente previdenziale ha quindi provveduto con tempestività a interrompere ogni ulteriore elargizione del contributo non spettante, evitando così che il danno per le casse dello Stato continuasse ad aggravarsi.

L’operazione condotta dai militari della prima compagnia di Ravenna testimonia la costante attenzione riposta dalle Fiamme Gialle, in stretta collaborazione con gli altri enti pubblici interessati, nella verifica della corretta elargizione di contributi e sussidi pubblici a favore di chi realmente versa in condizioni di difficoltà sociale ed economica e nella repressione dell’illecita percezione di tali risorse pubbliche da parte di finti poveri, evasori fiscali e accaparratori senza scrupoli di tali provvidenze emergenziali.

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