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Cronaca

Profughi, Matteucci fissa i paletti: "Non più di dieci per singolo edificio"

Due i paletti fissati dal sindaco: "La presenza delle persone richiedenti asilo deve essere delimitata al numero massimo di 10 per ogni singolo edificio"

Non più di dieci profughi per ogni singolo edificio. E' quanto rimarca il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, facendo il punto sul possibile arrivo di immigrati. "Per l'accoglienza dei richiedenti asilo il Comune di Ravenna collabora attivamente con la Prefettura che, secondo quanto ha stabilito il Governo, ha potere e responsabilità su questa materia - esordisce il primo cittadino -. Dopo la prima fase emergenziale, da adesso in poi vanno fissati dei paletti per una accoglienza in condizioni umane  per le persone che arrivano e di sicurezza per tutti".

Due i paletti fissati dal sindaco: "La presenza delle persone richiedenti asilo deve essere delimitata al numero massimo di 10 per ogni singolo edificio. Inoltre va subito messa in campo l'esperienza dei lavori di pubblica utilità che impegni le persone a cui assicuriamo accoglienza. Le deroghe al numero di 10 persone per edificio vanno previste solo in situazioni che già svolgono una funzione socio-assistenziale".

"È del tutto evidente che casi di deroga al numero massimo di 10 persone per edificio non può essere in alcun modo prevista per gli alberghi: l'accoglienza dei richiedenti asilo non è un business - osserva Matteucci -. In questo quadro, di fronte ad una prolungata emergenza di carattere umanitario, la comunità ravennate continuerà a fare la propria parte e il Comune di Ravenna continuerà la positiva collaborazione con la Prefettura,come è stato riconosciuto più volte dal prefetto Francesco Russo. Porterò queste proposte all'incontro di mercoledì fra i sindaci della provincia di Ravenna e il prefetto, anche in vista del nuovo bando della Prefettura, su cui gravano vincoli di legge identici a quelli che ci sarebbero nel caso che il bando facesse capo al Comune di Ravenna".

ANCISI - Secondo il leader di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, "questa limitazione non si può però applicare senza sollevare il prefetto dall’incombenza di reperire gli alloggi necessari, impegno a cui Matteucci continua a sottrarsi. In effetti, le disponibilità finora manifestate al prefetto con l’avviso pubblico scaduto il 20 settembre, coprono solo 271 posti a fronte dei 320 profughi da sistemare entro Natale. Da tener presente, tra l’altro, che un nuovo bando potrà essere emesso dal prefetto solo per il 2016, potendo e dovendo egli utilizzare, per le nuove urgenti collocazioni da effettuare entro il 2015, solo le offerte raccolte con l’avviso pubblico, Mare Pineta compreso. Matteucci dovrà spiegarsi bene, assumendo quegli impegni concreti che finora ha inteso scaricare sul prefetto, nell’incontro convocato dal prefetto con tutti i sindaci della provincia. Di certo non gli sarà concesso di svicolare.Più facile che sia accolta l’altra nostra richiesta di impiegare gratuitamente i profughi in lavori socialmente utili. Sulla base del recentissimo protocollo regionale che finanzia l’obbligatoria assicurazione sul lavoro dei profughi impiegati, se ne sta già occupando concretamente il prefetto, di cui ci fidiamo".

PAOLO GUERRA - "Il tema è davvero molto delicato e i cittadini e le organizzazioni che operano nel sociale devono comprendere che dopo il condivisibile spirito umanitario che muove il sentimento dell’accoglienza, emergeranno costi e disagi che la politica locale sino ad oggi, e ben prima dell’emergenza umanitaria, ha dimostrato di non riuscire a gestire adeguatamente - afferma il capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord, Paolo Guerra -. Lo spirito umanitario delle Istituzioni religiose che si adoperano per dare accoglienza ai bisognosi è giustificabile, ma è impossibile non criticare la politica del centro sinistra che, sia a livello locale sia nazionale, ha favorito negli anni scorsi una immigrazione incondizionata non dettata da guerre o da crisi medio orientali e che di fatto ha già congestionato molti degli spazi disponibili e indebolito i bilanci comunali a scapito dei cittadini".

"I 35 euro giornalieri a persona, dati a coloro che accoglieranno i profughi nei propri spazi non sono certo compensativi dei costi che le comunità locali sosterranno per tutto il resto e nelle fasi successive - prosegue l'esponente del Carroccio -. Semmai rischiano di essere un business per coloro che si propongono ad accogliere queste persone, soprattutto quando vi è la possibilità di avere degli introiti quando le strutture del lungomare, nel periodo invernale, sono normalmente vuote.  Il welfare sul bilancio del Comune di Ravenna assorbe circa 10milioni di euro annui, con incrementi di 500mila euro all’anno. Buona parte di questi è indirizzato a progetti di sostegno, accoglienza, mediazione, inclusione e integrazione di stranieri che già in passato sono giunti sul nostro territorio. Anche se può apparire triste e materialista dirlo, sono costi che impediscono di liberare risorse per altri interventi a favore della città e sui servizi ai cittadini,  a causa dei vincoli del patto di stabilità imposto dalla stessa Comunità europea. E proprio su questo problema occorre esprimersi ed intervenire, liberando i Comuni virtuosi che accolgono i profughi dai vincoli del patto si stabilità per evitare ai cittadini di quel territorio ulteriori disagi o restrizioni".

Aggiune Guerra: "Il sindaco è tenuto, suo malgrado, a farsi carico dell’arrivo dei 330 profughi da qui a dicembre, e deve quindi prendere una posizione anche politica su quanto sta accadendo, rispettando quei criteri che prevedono una accoglienza diffusa delle persone e degli spazi distanti da aree sensibili, come per l’appunto quelle turistiche e dei lidi ravennati in merito ai quali occorre ascoltare non solo gli appelli di Federalberghi, ma anche le perplessità dei cittadini". Quanto al criterio di limitare a 10 le persone da accogliere in un singolo edificio, Guerra ha presentato un question timenel quale chiedo "la possibilità di rivedere od integrare il criterio di accoglienza da lui annunciato, con un limite di profughi riferito anche alla circoscrizione territoriale, al fine di garantire una effettiva distribuzione delle persone sul territorio ed evitare l’accoglienza in edifici attigui o posti all’interno dello stesso quartiere. Ho anche richiesto che si esprima politicamente sulla possibilità di formalizzare una richiesta al Governo per rimuovere i vincoli del patto di stabilità ai quali sono assoggettati i Comuni, comunque virtuosi, che si prodigano ad accogliere i profughi nel proprio territorio al fine di liberare risorse economiche a beneficio dei cittadini".

LEGA - Sulla questione è intervenuto anche l'esponente della Lega, Jacopo Morrone: "Gli hotel della nostra riviera non scendano a patti con il business dell’accoglienza. Le strutture ricettive romagnole non possono e non devono far ricorso a queste forme di reddito assistito". Morrone elogia le parole del presidente di Federalberghi Ravenna, Nicola Scialfa, e ne auspica la "massima condivisione da parte di tutti i rappresentanti del settore. Chi cede alle “lusinghe” di prefetture e governo e si presta ad accogliere decine di extracomunitari nei propri hotel concorre al depauperamento del nostro territorio e ad una svalutazione del comparto turistico locale".

"Per questo motivo fanno ben sperare le dichiarazioni di Scialfa - continua Morrone - che spero fungano da scintilla per un’azione contestativa da parte di tutti i nostri albergatori contro chi preferisce far quadrare i bilanci con i 30 euro di Alfano, piuttosto che investire sulla propria struttura differenziandone l’offerta ricettiva. A chi sgarra e ospita immigrati clandestini non vanno erogati ulteriori contributi per l’avvio o il potenziamento della propria attività bisogna sostenere chi fa turismo vero e non chi fa finta".

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