rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Volontario in parrocchia nasconde droga: aveva accoltellato tunisino

E' stata fissata per venerdì l'udienza di convalida per G.D., il 22enne albanese arrestato martedì dai Carabinieri con circa 30 grammi di cocaina e 700 di marijuana nascosti nell'armadietto di un locale attiguo alla parrocchia di Ravenna

E' stata fissata per venerdì l'udienza di convalida per G.D., il 22enne albanese arrestato martedì dai Carabinieri con circa 30 grammi di cocaina e 700 di marijuana nascosti nell'armadietto di un locale attiguo alla parrocchia di Ravenna dove stava facendo volontariato. Il giovane - disoccupato e difeso dall'avvocato Luca Donelli - si trovava ai domiciliari dopo avere patteggiato quattro anni di carcere per l'accoltellamento di un coetaneo tunisino ferito il 6 novembre dell'anno scorso al ventre fuori da un locale notturno di Ravenna per un complimento a una ragazza.

Aveva successivamente ottenuto di potere andare a lavorare in una parrocchia ravennate che aiuta i giovani nelle sue condizioni a re-inserirsi in società. A insospettire era stato il lucchetto che il giovane aveva sistemato per chiudere il suo armadietto. E così quando il 22/enne è arrivato al lavoro, si sono presentati anche i militari che gli hanno fatto aprire lo sportellino scoprendo così la droga.

Sulla questione è intervenuto Giulio Bazzocchi di Lista per Ravenan: "In Italia vige il vizio di credere che alcuni cittadini siano recuperabili, magari abbiano anche il diritto di potersi rifare una vita, solo perché per motivi sentimentali, hanno piantato un coltello addosso ad un coetaneo. Magari questi cittadini non sono italiani, qui per che cosa? Capita che, sempre in Italia, non si decida di espellere lo straniero, magari nullafacente, che delinque, che viene condannato per tentato omicidio ma che lo si faccia transitare dal carcere stile Monopoli, per poi dargli gli arresti domiciliari (a casa di chi?) e poi dargli una seconda possibilità di non far nulla, magari di spacciare".

"Quanti giovani italiani, onesti, incensurati, non hanno nemmeno una prima possibilità? . si chiede Bazzocchi -. L' Art. 56 del Codice Penale, Delitto tentato, recita: “Chi compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto tentato, se l'azione non si compie o l'evento non si verifica. Il colpevole di delitto tentato è punito: con la reclusione non inferiore a dodici anni, se la pena stabilita è l'ergastolo; e, negli altri casi con la pena stabilita per il delitto, diminuita da un terzo a due terzi. (...)”.

Bazzocchi illustra anche l'articolo 575: omicidio. “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno”.
Bene: i 2/3 di 21 sono 14 anni, mentre 1/3 è 7 anni. Al giovane albanese? Un mese di reclusione e un anno di arresti domiciliari, affidato ad un centro religioso per un progetto di recupero".

Conclude l'esponente di Lista per Ravenna: "Perché non è stato applicato il Codice Penale? Quali le attenuanti per un individuo che è provato avere espresso un'azione tale da potere togliere la vita ad un altro individuo? Dov'è la certezza della pena, la volontà di mantenere la sicurezza e l'ordine? Il Sindaco, tanto prodigo nello scrivere a Ministeri e parlamentari per il ferimento di un avvocato, cosa ha da dire?"

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Volontario in parrocchia nasconde droga: aveva accoltellato tunisino

RavennaToday è in caricamento