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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Rosarita Berardi presenta il suo libro 'Vuoto a rendere' e scherza: "Se al lettore non piace può rendermelo"

L'autrice e bibliotecaria, reduce da numerosi eventi letterari, presenta il suo ultimo libro: "È uno strano connubio di approcci alla scrittura e sfoghi emotivi"

Si dice che la poesia sia ristoro per l’anima. Ma quando la poesia incontra le emozioni nero su bianco diventa uno stile narrativo, o addirittura un genere letterario. Capace di dare forma a tale genere è stata Rosarita Berardi, poetessa, scrittrice e bibliotecaria faentina, la cui ultima fatica letteraria è 'Vuoto a Rendere', edito da Ponte Vecchio Editore nel 2023. Non a caso il testo è stato presentato nelle scorse settimane nella sala lignea della biblioteca Malatestiana di Cesena, a cui prossimamente seguiranno altri incontri “più vicino a casa”.

Berardi, che ha all’attivo oltre venti pubblicazioni e un numero imprecisato, per eccesso, di eventi letterari è reduce da una vera e propria maratona pubblica che l’ha portata negli scorsi mesi a partecipare “a ventidue presentazioni - racconta -. Avevo curato l’editing di tanti libri e dovevo mettermi in pari con gli autori per i momenti persi a causa del lockdown”. Nel frattempo si è dedicata anche alla gestione della biblioteca Elisabetta Santolini, nel centro sociale Mita di Faenza, nonchè alla scrittura, ‘Vuoto a Rendere’ appunto. “L’ho intitolato così perché come una bottiglia vuota se al lettore non piace può rendermelo - scherza orgogliosamente -. Diciamo che in questa pubblicazione a differenza delle precedenti ho fatto uno strano mix. La prima parte sono poesie, la seconda sono sfoghi d’anima, cioè piccole prose tutto sommato poetiche. A volte sono ricordi e momenti altre volte racconti di emozioni”.

Tra questi anche una fantasia: il collezionista di nebbia “che ha una cartucciera a tracolla con piccole ampolle di vetro in cui cattura riccioli di nebbia. Ci sono nebbie rosa, d’argento, nebbie notturne e nebbie d’alba. C’è nebbia a stracci, compatta e quella che fa paura perché altera misure e proporzioni. Io amo la nebbia perché vengo dalla Bassa Romagna” rileva l'autrice. L’ultima parte del libro invece è dedicata alle collaborazioni con altri artisti “Sono improvvisazioni - continua Berardi -, che ho scritto collaborando con diverse umanità” come l’elogio alla banalità scritto in una collaborazione con il musicista Michele Francesconi. Tre approcci alla scrittura quindi che insidiano l’arte e raggiungono la più profonda interiorità. “Sono molto orgogliosa di questo ultimo libro pubblicato - sottolinea Berardi -, anche se devo dire che ogni produzione fa parte di una crescita interiore”.

‘Vuoto a rendere’ però non sarà l’ultimo testo di Berardi, perché come lei stessa ammette “sto già scrivendo un altro libro, che racchiuderà un altro strano connubio: un misto tra poesia, cucina e ricordi. Perché la cucina è vita”. Qualcosa di simile l’inossidabile paladina della letteratura lo aveva già realizzato insieme a Stefania Callegari in ‘Ricordi da Mangiare’ “Stavolta però mi sfogherò di più - conclude Rosarita Berardi -, ispirandomi liberamente ad un libro che mi è piaciuto tantissimo: ‘Soffiando sulla cicoria matta’ di Ilaria Rattazzi (La Tartaruga, 1981)”. Ma questa è un’altra storia.

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