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Cronaca

Sala Dantesca, riecco il gioiello della Classense: "Sia luogo di sviluppo culturale"

"Non solo - ha detto tra l'altro il sindaco - viene restituita alla città questa meravigliosa sala ma, in un certo senso, vengono riconsegnati gli altissimi contenuti culturali che porteremo in questo splendido luogo"

Sala Dantesca della Classense gremita sabato mattina, in occasione dell'inaugurazione dopo un lungo lavoro di restauro. Durante la mattinata si sono alternate le diverse voci dei protagonisti e degli artefici di questo rilevante risultato. Dopo i saluti della presidente dell'Istituzione Biblioteca Classense Livia Zaccagnini sono intervenuti il sindaco Michele de Pascale; Antonio Patuelli, presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna; Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Claudia Giuliani, direttrice dell'Istituzione Biblioteca Classense, ha poi introdotto gli interventi di Emilio Roberto Agostinelli, responsabile area patrimonio architettonico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ravenna, Forlì – Cesena, Rimini; Giampiero Cuppini, responsabile del gruppo di progettazione; Jadranka Bentini, dell'Università di Bologna; e Camilla Roversi Monaco, del laboratorio degli Angeli, che hanno presentato i restauri nelle loro componenti tecnico-scientifiche e storico-artistiche.

“Non solo – ha detto tra l'altro il sindaco - viene restituita alla città questa meravigliosa sala ma, in un certo senso, vengono riconsegnati gli altissimi contenuti culturali che porteremo in questo splendido luogo, violando il silentium che i monaci camaldolesi ci intimano attraverso la scritta sul muro in fondo alla sala. Inaugurare questo luogo ha due importanti significati. Prima di tutto il senso dell’impegno sul sistema bibliotecario della nostra città: la contemporaneità pone le grandi Istituzioni bibliotecarie (e Ravenna in quest’ambito rappresenta un’eccellenza europea assoluta) davanti a sfide inedite: la digitalizzazione, la diffusione dell’informazione, l’evoluzione della società, ma anche la lotta all’imbarbarimento. Sfide che vogliamo affrontare sia in termini di conservazione di un patrimonio dal valore inestimabile, sia in termini di diffusione e interazione, valorizzando sempre di più la Classense come motore pulsante della vita culturale cittadina.
Il secondo aspetto è il filo conduttore che lega, attraverso questa sala, il VI centenario dalla morte di Dante con il VII, che ci attende nel 2021. Il VI centenario fu proprio l’occasione per riscoprire la Sala Dantesca e riallestirla con una funzione contemporanea. Oggi restituiamo alla città una scelta fatta dagli amministratori di allora e che rappresenta un po’ il senso di come intendiamo avvicinarci al VII centenario: con una riflessione nuova, uscendo dalla cultura delle ricorrenze e interpretando le prossime celebrazioni dantesche attraverso segni forti, tangibili, che sappiano esprimere l'oggi e siano all’altezza della nostra memoria proprio come fu per il VI centenario”.

Da parte sua Patuelli, presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, ha fra l’altro affermato “che proprio questa Sala fu la sede dell’inaugurazione del sesto centenario della morte di Dante e sarà il luogo ideale per momenti solenni del prossimo settimo centenario. Il sesto centenario dantesco a Ravenna si sviluppò per un anno, prima della data centenaria, mentre seguivano le iniziative dantesche in tutta Italia a cominciare da Roma dove il Sindaco della Capitale era proprio il ravennate Luigi Rava che fino ad allora era stato per decenni ai vertici della Cassa di Risparmio di Ravenna e che ispirò e perseguì a lungo il salvataggio e l’acquisizione alla Cassa degli emblematici Chiostri circondati dalla Basilica di San Francesco, dalla Tomba di Dante e dalla Cassa. L’Italia decretò il 14 settembre 1921 festa nazionale per il sesto centenario dantesco che venne commemorato solennemente anche a Ginevra, allora sede della Società delle Nazioni, progenitrice dell’ONU. Il restauro mirabile e la riapertura di questa Sala dantesca porta l’auspicio che essa possa favorire l’approfondimento e lo sviluppo della cultura italiana in Europa e nel mondo”.

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