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Cronaca

Simbolo del boom industriale e immortalate in "Deserto Rosso": Ravenna e le torri Hamon

Le torri di raffreddamento dell'ex Sarom verranno demolite: furono utilizzate dal regista Michelangelo Antonioni per il film "Deserto Rosso" con Monica Vitti

Un simbolo del passato industriale della città, ma anche a loro modo, un'icona del cinema italiano. Sono tanti i 'volti' delle torri di raffreddamento Hamon dell'area ex Sarom di Ravenna che verranno demolite, come comunicato dal sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Alte più di 50 metri, si tratta di strutture svasate che devono il proprio nome ai fratelli Hamon e furono realizzate a Ravenna dall'imprenditore Attilio Monti, fondatore della Sarom (Società anonima di raffinazione olii minerali), che negli anni '50 realizzò lungo la banchina destra del canale Candiano, la grande raffineria di petrolio. Stabilimento che, dopo un periodo di crisi, chiuse infine i battenti all'inizio degli anni '80.

Le torri Hamon sono dunque ancor oggi per molti ravennati un simbolo di quel momento di sviluppo industriale che investì in pieno la città negli anni del boom economico. Ma le torri di raffreddamento della Sarom sono anche un simbolo cinematografico: le strutture dello stabilimento fecero infatti da sfondo a "Deserto rosso", nono film del regista Michelangelo Antonioni. Uscito al cinema nel 1964 e vincitore del Leone d'oro a Venezia, il lungometraggio è stato girato in gran parte nella periferia industriale di Ravenna. E proprio le torri Hamon e le ciminiere della Sarom compaiono in una delle scene più iconiche della pellicola, alle spalle della protagonista Monica Vitti. 

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