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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Gli edicolanti di Snag Confcommercio incrociano le braccia

I sindacati dei rivenditori Sinagi Slc Cgil e Usiagi Ugl hanno deciso di spostare ad altra data la forma di protesta che era stata indetta per il 24, 25 e 26 febbraio

Slitta lo sciopero per alcune categorie di edicolanti. I sindacati dei rivenditori Sinagi Slc Cgil e Usiagi Ugl hanno deciso di spostare ad altra data la forma di protesta che era stata indetta per il 24, 25 e 26 febbraio e che avrebbe determinato la chiusura delle edicole proprio nei giorni di svolgimento delle elezioni politiche. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro l’assenza di regole nel settore, la mancata riforma dell’editoria e la mancata apertura della trattativa per il rinnovo dell’accordo nazionale.

I sindacati chiedono interventi a favore di un settore in grave crisi, dove 30mila posti di lavoro rischiano di sparire e altri 20.000 si sono già persi per la chiusura di 10.000 edicole in Italia. Essendo intervenuti in questi giorni gli inviti a posticipare la mobilitazione formulati dal Prefetto di Roma, dal Governo e dalle forze politiche, le segreterie nazionali dei tre sindacati hanno deciso di spostare ad altra data lo sciopero. E’ stata affidata alle strutture regionali la fissazione dei termini e delle modalità di svolgimento dello stesso.

SNAG-Confcommercio conferma invece i tre giorni di chiusura delle edicole associate al sindacato. “Nonostante il positivo incontro avuto con il Prefetto di Roma e il suo impegno a supportare le nostre istanze, riteniamo non prorogabile la nostra azione di protesta”, dichiara Armando Abbiati, Presidente di SNAG Confcommercio . “Apprezziamo inoltre le promesse del segretario del PD, Pier Luigi Bersani, che sottolineano la gravità di una situazione da troppo tempo non governata, e avvalorano le nostre motivazioni. Troppo a lungo abbiamo confidato nelle promesse del mondo politico e imprenditoriale; nel frattempo migliaia di edicole, sopportando il fardello più grave della crisi dell’Editoria, sono state costrette a chiudere. La nostra organizzazione, forte di oltre 12.000 associati, ritiene irresponsabile desistere dall’azione di protesta: questo è l’unico momento nel quale si può far toccare con mano l’insostituibile ruolo delle edicole nell’assicurare il diritto costituzionale all’informazione”.

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