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Cronaca

Subsidenza, Legambiente contesta il piano firmato da Comune e Eni

circoli Legambiente Matelda di Ravenna e A. Cederna della Bassa Romagna tornano ad intervenire sul tema del protocollo firmato dal Comune di Ravenna con ENI: 12 milioni di euro per uno studio sulla subsidenza, opere di difesa costiera, promuovere l'utilizzo del metano

I circoli Legambiente Matelda di Ravenna e A. Cederna della Bassa Romagna tornano ad intervenire sul tema del protocollo firmato dal Comune di Ravenna con ENI: 12 milioni di euro per uno studio sulla subsidenza, opere di difesa costiera, promuovere l'utilizzo del metano nell'ambito del piano energetico comunale.
 

“Scusate il disturbo - dichiarano Claudio Mattarozzi e Yuri Rambelli - ma sulla base di quanto scrivono sul tema i tecnici di Arpa e Regione Emilia-Romagna non siamo affatto convinti che riprendere o continuare le estrazioni di metano in mare e in terraferma sia una grande opportunità per lo sviluppo di Ravenna, come sostiene invece Mingozzi. Come dimostra lo sprofondamento di Lido di Dante e non solo, i rischi per la popolazione, l'economia turistica, agricola, per l'occupazione e per la sicurezza idraulica dei centri abitati rischiano di essere di gran lunga superiori ai supposti benefici derivanti dalla prosecuzione delle estrazioni”.
 

In particolare l'ing. Mentino Preti di Arpa, già nel 2009 scriveva che “Per quanto riguarda gli effetti indotti dall'estrazione di metano dai due giacimenti già descritti nel "Piano Costa 1996" ("Angela-Angelina" e "Dosso degli Angeli"), in quanto prossimi alle linee di livellazione, risulta che il trend della subsidenza è decisamente aumentato (2-5 mm/anno), nei circa 10 km di litorale che risentono degli effetti indotti dalla coltivazione del giacimento "Angela-Angelina". Questo è stato oggetto di una nuova riperforazione nel 1998, che ha portato allo sfruttamento di una successione di circa 30 strati e ad un aumento della produzione. La conseguenza è stata un incremento della subsidenza a Lido di Dante, che è così diventata la località a più alta velocità di abbassamento dell'intero litorale regionale. Diverso il trend riscontrato nel giacimento di "Dosso degli Angeli", in corrispondenza delle Valli di Comacchio, a ovest della Statale Romea. Qui negli ultimi 6 anni la velocità di abbassamento si è ridotta di 5 mm/anno. Questo risultato positivo è da ricondurre però con tutta probabilità al fatto che in quel periodo il giacimento era oramai prossimo all'esaurimento e al blocco della produzione del giacimento attuato dalla magistratura di Rovigo nel 2004. Il caso di "Dosso degli Angeli" comunque, dimostra ancora una volta, dopo i casi del Delta del Po negli anni '60, di Venezia negli anni '70 e di molti altri casi nel mondo, che se si riducono drasticamente i prelievi di acqua e metano dal sottosuolo, la subsidenza si riduce proporzionamente”.
 

Arpa e Regione Emilia-Romagna concludevano quindi che per attuare il piano di gestione della costa 2010-2019 (con la necessità di interventi per la messa in sicurezza, il ripascimento, la manutenzione ecc.) sarebbero stati necessari in totale circa 100 milioni di euro, ovvero 10 milioni l'anno. Si tratta della stessa Regione Emilia-Romagna che ora il Comune di Ravenna (in base all'accordo con ENI) dovrebbe impegnarsi a convincere a rivedere la moratoria sulle nuove estrazioni.
 

“Ci auguriamo che non si debba verificare la profezia dell'ing. Zambon - chiosano gli esponenti di Legambiente - che intervenendo ad un incontro pubblico a Ravenna alcuni anni fa prospettò uno scenario di tipo olandese, con la scomparsa delle spiagge e la necessità di realizzazione di grandi e costosissime dighe a difesa dei centri abitati. Lo sprofondamento di Lido di Dante dovrebbe servire da monito: è questo il modello di sviluppo che il Comune di Ravenna vuole inseguire? Questo è un interrogativo su cui sarebbe necessario ragionare con tutte le categorie sociali ed economiche coinvolte, a cominciare da chi vive di turismo”.

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