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Ancisi (LpRa): "Sì ai veri capanni da pesca e da caccia. No a ville e chalet"

Afferma Ancisi: "La nostra osservazione pone come punti fermi l’eliminazione di eternit, plastiche, lamiere, gabbie e di ogni altro elemento"

La petizione sottoscritta da circa 3.500 cittadini, che sarà discussa giovedì pomeriggio in Comune, per la salvaguardia dei capanni da pesca e da caccia esistenti sui corsi d’acqua e le piallasse ravennati, è giudicata positivamente da Lista per Ravenna, che la considera un utile strumento d’indirizzo per il consiglio comunale nell’esame delle osservazioni presentate dalla cittadinanza al nuovo regolamento capanni adottato, in vista della sua approvazione finale.

"Nella direzione di quanto richiesto dalla petizione si colloca, infatti, l’osservazione presentata da Lista per Ravenna, che intende salvare dall’abbattimento tutti i capanni, purché siano veri capanni da caccia o da pesca o rientrino in tale definizione entro i tre anni concessi dal regolamento per i piani di recupero - esordisce il capogruppo Alvaro Ancisi -. Escludiamo, cioè, ogni forma di condono generalizzato. Il vizio cruciale del nuovo regolamento è di non definire come possano essere “recuperati” i manufatti non in regola con la definizione di capanno che il regolamento stesso detta, per potere ottenere, nel periodo transitorio, un titolo edilizio “risanatorio”. Non lo fa compiutamente per i materiali ammessi e non mette limiti alla dimensioni delle strutture, come se ville, chalet, pied-à-terre, e altro possano mantenersi tal quale sulle rive di fiumi e di valli".

"In tal modo, si rischia di affossare tutto, gettando il bambino insieme all’acqua sporca - continua Ancisi -. La nostra osservazione, che preannunciammo in occasione dell’assemblea pubblica del 28 febbraio 2013, pone come punti fermi l’eliminazione di eternit, plastiche, lamiere, gabbie e di ogni altro elemento o materiale nocivo e/o pericoloso per la sicurezza e la salute dell’uomo e dell’ambiente, nonché il rispetto dello standard minimo di sicurezza idraulica. Chiede poi, con fermezza, che venga posto un limite ragionevole alla deroga alle dimensioni regolamentari (28 metri quadrati secondo il regolamento, 24 mq secondo il Parco del Delta), oltre il quale neppure la più spudorata difesa d’ufficio di ogni genere di bruttura edilizia può arrivare a parlare di capanni".

Conclude Ancisi: "Cadranno sotto l’onesto piccone la celebre dacia da 90 metri quadrati sui Fiumi Uniti, in pieno vincolo idraulico, dove PCI-PDS- DS-PD hanno sempre celebrato fasti e feste, e gli altri villoni abusivi della crème politica ed economica ravennate? I capannisti se ne faranno una ragione".

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