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Appalto per le mense scolastiche, Ancisi fa un esposto all'Anticorruzione

Gara da 65 milioni di euro con un solo concorrente, la Camst. E il consigliere di Lista per Ravenna si rivolge all'Autorità anticorruzione.

Un appalto da 65 milioni di euro, ma alla gara ha partecipato un solo concorrente. A tanto ammonta la gara per le mense scolastiche a cui ha concorso solo Camst. E Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna si è rivolto all’Autorità anticorruzione.
“La gara d’appalto europea per il servizio delle mense scolastiche nei prossimi nove anni – scrive Ancisi in una nota - non si è ancora conclusa, nonostante i lavori della commissione giudicatrice fossero avviati a conclusione già il 27 aprile, quando si è avuta l’apertura in seduta pubblica delle buste contenenti l’offerta economica dei concorrenti, in realtà solamente la CAMST”. Ancisi ha comunque elaborato un esposto, che sarà indirizzato lunedì 6 giugno al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, il magistrato Raffaele Cantone.
“Vi si rilevano – prosegue Ancisi - le seguenti “casualità”.
1. Nonostante l’enorme entità dell’appalto, pari a 65.505.588,19 euro, e nel mercato nazionale e comunitario siano presenti numerose ditte in grado di concorrervi, solamente una vi ha partecipato.
2. Delle 6 ditte che avevano prenotato l’obbligatorio sopralluogo ad alcune strutture oggetto dell’appalto, delle quali 5 lo hanno anche regolarmente effettuato, solamente CAMST ha deciso di gareggiare. Se da un lato ciò potrebbe avere influito sul ribasso d’asta comunque offerto, che è stato del 6,20% sul costo unitario dei pasti, ci si può però chiedere se la gara sia stata formulata rispettando i principi vincolanti di libera concorrenza, parità di trattamento e proporzionalità.
3. Tra le 5 ditte che hanno richiesto ed effettuato l’obbligatorio sopralluogo, preliminare alla partecipazione alla gara, figura anche GEMOS di Faenza (RA), anch’essa società cooperativa, sulla carta competitrice di pari livello di CAMST nella provincia di Ravenna, la quale però  non ha concorso. Nel febbraio 2016, l’AUSL della Romagna ha pubblicato l’aggiudicazione a GEMOS della gara d’appalto per l’affidamento del servizio ristorazione negli ospedali pubblici della provincia di Ravenna e di Modigliana, per un valore di 26.167.096,50 euro. Qui GEMOS è stata capofila di un’associazione temporanea di impresa con Bassa Romagna Catering spa di Lugo (RA), società partecipata, diretta e coordinata da CAMST. Nell’avviso di aggiudicazione di tale appalto, sotto la voce “Numero delle offerte ricevute” c’è uno spazio bianco, da cui sembra desumersi che in entrambi i più grossi appalti della ristorazione pubblica nella provincia di Ravenna una sola ditta, diversa dall’altra, in un caso alleate, abbia concorso.
Ancisi ha poi sottoposto all’attenzione del presidente Cantone, i seguenti aspetti di gara che potrebbero avere impedito, ostacolato o scoraggiato un numero di offerte superiore ad una.
1. Nella valutazione delle offerte, la parte attribuita al giudizio soggettivo della commissione, largamente discrezionale, attinente all’offerta tecnica, è stata di 70 punti su 100 complessivi: dunque solo 30 punti per l’offerta economica, di sua natura oggettiva. Nelle tre  gare precedenti per l’appalto dello stesso servizio, dal 1998 al 2016, all’offerta economica furono attribuiti rispettivamente 50, 40 e 40 punti. 40 anche nella gara dell’AUSL Romagna di cui sopra.
2. La durata dell’appalto è stata fissata in 9 anni, da cui è derivata una corrispondente elevata richiesta di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa. 
È in discussione, riguardo ai due punti di cui sopra, la sproporzionalità di tali scelte.
3. Il bando fa obbligo al vincitore di fornire tutti gli arredi, attrezzature e beni di consumo necessari al servizio. Siccome al termine di ogni appalto di servizio pubblico ogni  condizione contrattuale scade con esso, appare evidente che a tale scadenza questi beni dovrebbero essere rimossi da parte della proprietà privata stessa. In tutti i precedenti appalti di servizio della stessa natura, dal 1998 ad oggi, ciò non è stato richiesto, a beneficio dell’unica ditta sempre vincitrice, CAMST stessa, la quale ha avuto la possibilità ad ogni scadenza di mantenere i propri beni d’uso, sostituendoli eventualmente, a sua discrezione, in corso di appalto. È apparso sempre chiaro che non sarebbe stato possibile ad eventuali concorrenti della CAMST sostenerne alla pari la competizione riguardo al ribasso da offrire sulla base d’asta, incombendo su di loro, a differenza di CAMST, l’acquisizione ex novo delle attrezzature ed il trasporto ed installazione delle stesse. Nell’attuale appalto, la spesa presunta per tali allestimenti è stata stimata dai competenti uffici comunali in 3.244.000 euro. Ancisi si chiede se la consapevolezza delle ditte diverse dalla CAMST di doversi assumere ex novo costi di fornitura e trasporto degli allestimenti di tale entità sia stato fattore di disparità di trattamento".
 

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