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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

"Capita che un giovane (vecchio) imprenditore non possa realizzare il suo progetto"

"Si rivolge alle banche: negativo. Gli vengono chiesti in garanzia i risparmi dei cari… Contributi comunali? Nisba. Contributi provinciali? Rinisba. Contributi regionali? Troppo vecchio, ha 37 anni"

"Capita che dalla Cina vengano in Italia per investire e le porte si spalancano, gli occhi si fanno a forma di dollaro ($), licenze per l’apertura di empori a gogo, centri per massaggi, saloni da barbiere, tutti rigorosamente nell’arco di poche centinaia di metri, in perfetto accordo con la legge sulle liberalizzazioni e sulla concorrenza (sleale), che da in pasto agli squali decenni di nostra storia, tradizioni, civiltà, svende al miglior offerente il sangue e il sudore di chi ci ha preceduto.

Non v’è eccezione, nemmeno per quei negozi gestiti da pakistani o cingalesi, nonché africani, che non si capisce bene come possano arrivare a fine mese, al netto delle imposte, delle tasse e delle spese vive, con i soli incassi. Capita che punti vendita Conad e Coop nascano come funghi, che vincano gare d’appalto (anche in solitaria), che si approprino del mercato della grande distribuzione, in barba alle leggi sulla concorrenza e sulle liberalizzazioni, monopolizzando il mercato.

Capita poi, che in un quartiere (vecchia Darsena) dimenticato (checché ne dicano illustri rappresentanti) dall’amministrazione, dalle associazioni di categoria, un piccolo (ma non d’animo) giovane (ma vecchio) imprenditore voglia fare una pazzia: con i tempi che corrono, licenziarsi da un lavoro da dipendente a tempo indeterminato come dipendente di una catena di supermarket (e già qui il TSO scatterebbe d’obbligo) e decida di investire in un’altra zona del medesimo quartiere, sempre come gestore di un’altra catena di supermarket, mettendoci la faccia, i danari, la vita: per il quartiere, per la gente del quartiere, per ridare vita a quella zona. Solo che non ha la pelle gialla, né olivastra, né nera, non ha soldi in contanti: deve chiedere un prestito. E poi certi tacciano taluni italiani di razzismo…

Si rivolge alle banche: negativo. Gli vengono chiesti in garanzia i risparmi dei cari… Contributi comunali? Nisba. Contributi provinciali? Rinisba. Contributi regionali? Troppo vecchio, ha 37 anni... Qualcosa non quadra. Siamo in Italia e chi ci rimette nel grande affare della finanza globalizzata siamo proprio noi, che accogliamo ogni giorno centinaia di immigrati, che accogliamo investitori di ogni colore. Siamo noi che abbiamo risorse infinite e di altissima qualità, umane, naturali, intellettuali e ci stiamo svendendo al miglior (o peggior) offerente… ma sto divagando. Oppure è proprio qui il punto?

In ogni caso, capita che ci sia un giovane (vecchio) imprenditore che non riesce a realizzare il proprio sogno, perché non trova i fondi per garantire la partenza della propria impresa. Ma a cosa serviranno gli interessi che centinaia di migliaia di italiani pagano alle banche su prestiti, mutui e quant’altro? Mah… Se qualche amministrazione pubblica o privato volesse aiutare il giovane (vecchio) imprenditore, persona seria e preparata nel suo campo, garantisco io, si faccia avanti e mi contatti. Faccia finta di dover finanziare il progetto del Porto di Ravenna, magari con un po’ più di garanzie di riuscita e con molto meno da investire".

Giulio Bazzocchi - Lista per Ravenna

 

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