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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Commemorazione di Ettore Muti, i comunisti scrivono al Prefetto: "Neghi il permesso dell'adunata neofascista"

Ogni anno, a fine agosto, insorge la polemica tra chi vuole vietare la commemorazione e chi, invece, fa appello alla libertà di manifestazione

Da circa 20 anni, nella ricorrenza dell'uccisione del gerarca fastista Ettore Muti, a fine agosto al cimitero di Ravenna si tiene l'adunata celebrativa, fino a qualche anno fa con un corteo fino alla sua tomba e ora - considerata la traslazione in altra città di quelle spoglie - nel vicino piazzale dove si trova il Monumento ai Marinai. E ogni anno, a fine agosto, insorge la polemica tra chi vuole vietare la commemorazione e chi, invece, fa appello alla libertà di manifestazione. Proprio qualche settimana fa, tra l'altro, il Tribunale di Ravenna ha annullato l'archiviazione relativa alle accuse nei confronti di 29 militanti "nostalgici" che vennero denunciati per la cerimonia di commemorazione avvenuta il 23 agosto del 2020.

Il Partito della Rifondazione Comunista, insieme al Partito Comunista Italiano, a Potere al Popolo e al Partito Comunista, hanno inviato una richiesta al Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa affinchè neghi il permesso dell’adunata celebrativa "per evitare che Ravenna, città medaglia d'oro della Resistenza, venga infangata nuovamente da questa presenza". "A fine agosto, quasi come un “triste rito”, si ripropone la commemorazione del gerarca fascista Muti da parte di organizzazioni dichiaratamente neofasciste - scrivono i richiedenti - Questi tristi figuri in camicia nera celebrano un feroce gerarca mussoliniano come un eroe. La Brigata Nera intitolata a Muti  il 25 agosto 1944 al Ponte degli Allocchi a Ravenna ha assassinato dodici partigiani tra cui Natalina Vacchi e Michele Pascoli e sempre a Muti era intitolata la legione della RSI, autrice della strage di Piazzale Loreto a Milano del 10 agosto 1944 in cui furono uccisi quindici partigiani".

"Ricordiamo che esistono normative che dovrebbero evitare che continuino a ripresentarsi ogni anno (il regolamento cimiteriale del Comune di Ravenna vieta manifestazioni politiche al cimitero ritenute di stampo filo-fascista, in particolare è stato sanzionato l’atto dell’appello, che è stato considerato equivalente al “rito dell’Appello fascista”, ndr). L'articolo 4 della legge 645/52 “Norme di attuazione della XII disposizione della Costituzione” recita così: “Apologia del fascismo. Chiunque esalta pubblicamente esponenti, principi, fatti e metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a 2 anni oppure con una multa. La pena è aumentata se il fatto è commesso col mezzo della stampa e con altro mezzo di propaganda o diffusione". Esiste la Legge Mancino e anche il Comune di Ravenna ha emanato un’ordinanza di divieto di manifestazioni nel piazzale antistante al Cimitero. Riteniamo che nella Repubblica italiana tali manifestazioni debbano essere vietate e severamente perseguite. A nostro avviso non è lecito appellarsi alla libertà di manifestazione per fare propaganda a un regime che le negò e le represse per oltre un ventennio e che nessuna tolleranza deve essere consentita verso gli eredi di quello che fu il periodo più buio della storia italiana".

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