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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Alla Festa dell'Unità l'omaggio ad Andrea Purgatori, Mentana: "Un giornalista con la schiena dritta"

Dal palco dei dem il ricordo del giornalista e sceneggiatore, tra gli altri, di "Muro di Gomma" e "Fortapàsc"

La strage di Ustica, l'omicidio di Giancarlo Siani, il caso Orlandi e le sue inchieste di mafia. La Sala Allende del Pala De Andrè, dove in questi giorni si svolgono i dibattiti della Festa nazionale dell'Unità a Ravenna, ha ospitato sabato sera "In ricordo di Andrea Purgatori", iniziativa dedicata al giornalista de La7 scomparso a luglio scorso dopo una breve malattia. Sul palco a omaggiarlo persone che a vario titolo hanno intrecciato la loro vita con il giornalista, dal suo direttore Enrico Mentana, a Paolo Siani, Marco Risi, Daria Bonfietti e Chiara Gribaudo. L'incontro è stato moderato dal senatore Pd Walter Verini. 

In ricordo di Andrea Purgatori con Mentana, Risi e Siani

Siani, Risi e il ricordo di come è nato "Fortapàsc"

Il primo ritratto di Purgatori lo ha tracciato proprio Siani, medico, ex parlamentare Pd e soprattutto fratello di Giancarlo, giornalista del Mattino di Napoli assassinato dalla Camorra il 23 settembre 1985. Figura protagonista di "Fortapàsc", film sceneggiato da Purgatori e diretto dal regista Marco Risi. Siani, prendendo in prestito delle parole del film, ha definito Purgatori un "giornalista giornalista", contrapposto al "giornalista impiegato".

"Ho incontrato Andrea nel 2002 - ha ricordato - e quando qualcuno viene a proporti di raccontare la storia di un tuo caro, ucciso come è successo Giancarlo, la prima cosa che ho sentito è stato il sospetto sul come avrebbero potuto raccontarlo. Andrea, invece, mi ha raccontato di sé, del suo lavoro su Ustica, di come lui faceva il giornalista. Il suo parlare pacato, tranquillo e documentato mi ha affascinato".

A seguire è stato Risi a parlare di Purgatori, che ha rivelato di una conoscenza iniziata fin da ragazzini, ai tempi delle estati a Castiglioncello. "Però il primo lavoro insieme risale a  quando ero a Palermo per 'Ragazzi fuori' - ha raccontato - e ho ricevuto una telefonata da un mio sceneggiatore che mi diceva di aver avuto tra le mani 'Muro di gomma'. Un titolo che è diventato anche un modo di dire nel linguaggio comune e che ha coniato Andrea. Lui era davvero un giornalista giornalista, oltre a essere una persona molto simpatica che amava divertirsi. Abbiamo continuato a collaborare e 'Fortapàsc è forse la cosa che ci è riuscita meglio. Si sente anche nel film che c'è un sentimento importante. Dopo alcuni anni di lontananza ci eravamo tornati a sentire da alcuni mesi. Mi aveva detto della sua malattia, ma non ne era preoccupato, era sicuro di uscirne. E lo ero anch'io. Andavamo a cena spesso nell'ultimo periodo. Ancora non ho realizzato il fatto che non ci sia più".

Da Ustica alla ThyssenKrupp, le inchieste sui misteri italiani

Anche la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo ha parlato di quanto sia stato importante l'esempio di Purgatori, perché "in un momento in cui si fa fatica ad avere punti di riferimento, la sua attività è specchio di quello che dovrebbe essere il giornalismo autentico, serio e onesto all'insistente ricerca della verità. Di lui, tra gli altri, non dimentico il lavoro d'inchiesta sulla morte dei sette operai della ThyssenKrupp".  

"Nel momento in cui ognuno di noi piangeva i suoi cari accettando la verità ufficiale del cedimento strutturale, Andrea ci ha messo un tarlo dentro, fin da quel giugno 1980". Così Daria Bonfietti, ex parlamentare e sorella di Alberto, morto sul volo Itavia della strage di Ustica, ha introdotto il suo ricordo di Purgatori. "Aveva ricevuto una telefonata da un amico militare di Ciampino - ha aggiunto - che lo aveva messo in guardia sul fatto che quell'aero era stato abbattuto. Grazie al suo intervento abbiamo avuto la forza di combattere una battaglia durissima e faticosa contro istituzioni molto chiuse. E una verità l'abbiamo conquistata: oggi sappiamo, grazie alle sue inchieste che hanno aiutato i magistrati, che quell'aereo è stato abbattuto. Ora manca solo di sapere chi è stato l'autore materiale". 

Mentana: "In Andrea era forte il piacere di scoprire e di raccontare, anche quando non c'era la rivelazione"

"Andrea - ha esordito il direttore dell'informazione di La7 Enrico Mentana - era uno di quelli che volevano fare il proprio lavoro con la schiena dritta senza elevarlo a una missione religiosa. Amava il giornalismo d'inchiesta e la convivenza tra questo e la sua rappresentazione, anche televisiva e cinematografica". Mentana ha rimarcato che Purgatori, come lui, fa parte di quella generazione che ha vissuto momenti spartiacque della storia italiana, come gli anni di piombo, la strage di Bologna, il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, il caso Orlandi.

"Per chi faceva il giornalista in quegli anni erano storie straordinarie, che mettevano un Paese civile davanti alla voglia di sapere la verità e di lottare per scoprirla. Anche perché di tutte queste storie non ancora abbiamo un finale. Ma non per questo il nostro Paese è monco. Anche gli Stati Uniti non hanno ancora dato una risposta a chi ha ucciso il presidente Kennedy o Martin Luther King. Certi eventi fanno parte della storia dei grandi Paesi. Ma questo non vuol dire non provare a cercare, come ha fatto Andrea, la verità. Il lavoro del giornalista è anche quello di smascherare le versioni alternative, di partire da diversi percorsi e poi sfrondare. E se la verità non arriva, sappiamo che primo o poi ogni mistero, essendo di natura umana, si scioglierà nel momento in cui si faranno i conti con coscienza, cittadini e paura di Dio. Ecco anche questo - ha concluso - è stato l'insegnamento di Andrea". 

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