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Punta Marina terme, play park addio?

Dopo le varie discoteche, le strutture alberghiere e altre attività tipiche degli anni dal settanta al novanta, sparisce anche l'ultima attrattiva che per tanti anni è stata uno dei fiori all'occhiello della località?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Dopo le varie discoteche, le strutture alberghiere e altre attività tipiche degli anni dal settanta al novanta, sparisce anche l'ultima attrattiva che per tanti anni è stata uno dei fiori all'occhiello della località? L'allarme è lanciato dallo stesso titolare, il cui titolo sulla stampa non lascia spazio a interpretazioni: "Troppe tasse e meno affari".

Quella del Play Park è veramente una storia infinita. A occuparsene anche l'allora ex circoscrizione del mare, il cui consiglio espresse un secco "No" alla richiesta di spostamento nei pressi del parcheggio scambiatore di Marina di Ravenna, per far posto su quel suolo a una mega lottizzazione. Meta per giovani, meno giovani, ma specialmente intere famiglie con bambini al seguito, che in questa struttura aveva trovato l'ideale del divertimento.

Punta, dall'inizio dell'apertura del parco, non solo di giorno, ma specialmente nelle serate d'estate e anche oltre, condizioni meteo permettendo, era irriconoscibile. Tanto il flusso di persone che animavano l'intera zona. All'interno e nei pressi della struttura una marea di gente, provenienti dall'entroterra, dalle località litoranee adiacenti, gli stessi stanziali, ma soprattutto turisti. Con l'avvento di Mirabilanda, il paventato trasferimento, l'incertezza di poter continuare l'attività, da ultimo lo zoo safari, sicuramente parrebbero queste le motivazioni che hanno visto il lento declino di questo magnifico parco dei divertimenti. Il resto lo sta facendo l'enorme e asfissiante pressione fiscale, più che il lungo periodo di crisi che sta attanagliando l'intera economia del Paese.

Tutte queste concause non invitano certo un imprenditore a indirizzare nuovi investimenti, per rendere appetibile come un tempo la sua azienda. Come poter dargli torto, ma intanto chi ci rimette, involontariamente, è l'intera economia di Punta Marina Terme. Località che, fra pochi giorni, appena terminata la stagione turistica, continuerà a svolgere la sua funzione di paese dormitorio.

È forse ora che i soloni della politica che governano la città, sindaco e assessore al turismo in testa, riflettano bene se non sia il caso di rimodulare l'aliquota dell'IMU che grava su questi beni, strumentali per l'azienda. A differenza del comune che non crea ricchezza, qualche soldo in più nelle tasche degli imprenditori, oltre a dare certezze per la loro sopravvivenza, consentirebbe i previsti investimenti che favorirebbero la crescita e con essa assicurato il gettito nelle casse comunali proprio per il fabbisogno della macchina amministrativa.

Pasquale Minichini

consigliere territoriale di Lista per Ravenna

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