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Ravenna in Comune attacca il sindaco: "Per lui meglio Salvini in piazza del Popolo che i ragazzi per il clima"

"Il dubbio, un dubbio maleducato, lo ammettiamo per primi, è che tutto sommato la Lega governa con il partito del sindaco a Roma e, tutto sommato, fa comodo ad entrambi i partiti scambiarsi accuse in pubblico e “non mordersi” in privato"

"Qualcuno lo ha già chiesto ma non abbiamo sentito la risposta. La domanda è: perché a Ravenna non si possono più fare manifestazioni per la tutela dell’ambiente e contro l’emergenza climatica in Piazza del Popolo? Era accaduto in maggio, alla manifestazione per l’immediato inizio della transizione alle rinnovabili e l’opposizione ai pericolosi “giochini” dello stoccaggio sotterraneo della CO2 in alto mare. Prevista in Piazza del Popolo e poi spostata in Piazza Kennedy. La ragione? Ottima: evitare la diffusione del Covid-19. Anche se non è ben chiaro il maggior rischio di contagio in Piazza del Popolo rispetto a Piazza Kennedy. Venerdì è successo di nuovo. Fridays for Future organizza l’appuntamento ravennate durante lo sciopero per il clima in Piazza del Popolo e, di nuovo, tocca in fretta e furia spostare tutto in Piazza Kennedy. La ragione? Ottima: una bella manifestazione enogastronomica con tanto di stand sotto Palazzo Merlato. Anche se non è così evidente perché solo all’ultimo momento si sia ritenuto che le due iniziative fossero tra loro incompatibili": è la polemica che solleva ìRavenna in Comune'.

"Non ci sarebbe niente di male a preferire il lardo di colonnata e i cannoli siciliani a ragazze e ragazzi che cercano di sensibilizzare la politica a cambiare urgentemente verso. Se non fosse che, invece, la manifestazione della Lega nella stessa Piazza del Popolo sia stata fatta svolgere come previsto. Si vede che nel caso di Salvini lo speck tirolese e il pecorino sardo non risultano incompatibii", sempre la nota di Ravenna in Comune.  "Il dubbio, un dubbio maleducato, lo ammettiamo per primi, è che tutto sommato la Lega governa con il partito del sindaco a Roma e, tutto sommato, fa comodo ad entrambi i partiti scambiarsi accuse in pubblico e “non mordersi” in privato. Del resto in fatto di ambiente e di clima (e non solo) entrambi i partiti la vedono allo stesso modo. Chi si è dimenticato dei cortesi inviti fatti da de Pascale sindaco a Salvini, allora ministro e vicepremier, a venire a Ravenna per unirsi nella santa alleanza delle trivelle? Eravamo a gennaio 2019 per chi fosse debole di memoria", sempre 'Ravenna in Comune'.

"Più fastidiose quelle ragazze e quei ragazzi che sgradevolmente insistono a ricordare cose come la dichiarazione di emergenza climatica, di cui de Pascale ha parlato solo per il tempo di un’intervista per poi fregarsene bellamente. Da luglio 2019 ad oggi son più di due anni. Tempo di fare qualcosa il sindaco ne avrebbe avuto. Ma, evidentemente, c’era altro a cui pensare, come ad esempio arringare i petrolieri in Piazza del Popolo (loro sì possono in Piazza del Popolo): ha fatto anche questo nel febbraio 2019. Specie sotto elezioni, ci rendiamo conto, è sgradevole sentirsi rimproverare che promettere è molto più semplice di mantenere. E lo diciamo di uno, de Pascale, che le promesse le spara a raffica normalmente, figurarsi in campagna elettorale. Per cui, forse, abbiamo capito perché sotto Palazzo Merlato non si possano urlare slogan sgraditi alle sensibili orecchie dell’attuale inquilino. Ma insistiamo lo stesso", conclude la nota.

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