Spadoni (Udc): "Disappunto sul metodo adottato nelle nomine"
"Non occorre militare fra le file dei Grillini o appartenere alla schiera dell’Italia dei Valori per esprimere sconcerto e forte dissenso sui criteri adottati per le nomine alle Autority"
"Non occorre militare fra le file dei Grillini o appartenere alla schiera dell’Italia dei Valori per esprimere sconcerto e forte dissenso sui criteri adottati per le nomine alle Autority. Si costata, purtroppo, come nulla sia cambiato rispetto al passato e si proceda con i vecchi metodi della politica, ancor più affinati e perfezionati rispetto al famoso Manuale Cencelli, adottando una rigorosa spartizione partitica. Addirittura, proprio all’insegna del requisito meritocratico tanto evocato da questo Governo, non si sono slavate neppure le apparenze e, addirittura, i numerosi curricula di autocandidature pervenuti, non hanno trovato nessun tipo di considerazione. La materia oggetto degli incarichi in discussione, peraltro, è cosi delicata, proprio perché i membri dell’ Autorità di garanzia, per definizione, dovrebbero essere sopra le parti per potere liberamente intervenire sui regolamenti, sui requisiti delle aste, e definire le linee quadro per le comunicazioni etc. senza condizionamenti di parte. Il quadro uscito, invece, parte già compromesso. Le recenti consultazioni elettorali, non certamente prive di sorprese, hanno dato segnali molto precisi di cui i partiti dovrebbero fare tesoro alla luce della prossima competizione elettorale politica del 2013: un test importantissimo che, tuttavia, potrebbe portare con sé, sorprese impensabili e per molti aspetti devastanti. Un dato è certo: la gente è stufa e soprattutto nauseata di una politica che passa sulla sua testa senza poter in alcun modo incidere minimamente specie per denunciare queste palesi storture ormai trasversalmente condivide. Occorre distinguere, in ogni modo, da una parte l’appoggio leale al Governo Monti e riconoscere allo stesso la gigantesca opera di risanamento compiuto, anche se dovrà seguire, tuttavia, ancora la parte fondamentale riferita allo sviluppo dell’economia e dell’occupazione; e, dall’altra, quelle che sono, invece, le disgustose logiche spartitorie e clientelistiche che continuano a produrre il male del Paese, nonostante che sulla ribalta governativa vi siano persone di grande affidabilità e spessore".