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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Suicidio assistito, Dalfiume (Pd): "Garantire il diritto e la dignità del malato"

La consigliera regionale dem: "Il dolore, la sofferenza, la morte, per la nostra società sono troppo spesso dei tabù che invece vanno affrontati"

Ieri nelle aule della Commissione Politiche per la Salute e politiche sociali della Regione Emilia Romagna è iniziata la discussione sul progetto di legge di iniziativa popolare presentato dall’associazione “Luca Coscioni” legato al tema del suicidio medicalmente assistito. Un tema "estremamente sensibile, solleva riflessioni profonde etiche e il dibattito degli ultimi giorni, anche a livello nazionale ne sono la testimonianza - commenta la consigliera Mirella Dalfiume del Partito Democratico - il dolore, la sofferenza, la morte, per la nostra società sono troppo spesso dei tabù che invece vanno affrontati - e ancora - malati e famigliari non devono essere lasciati soli, non si devono sentire abbandonati”.

Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha completato il percorso per l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, affinché possa essere garantito al malato il diritto di congedarsi dalla vita, nel rispetto della sua volontà, autodeterminazione e del suo concetto di dignità. Nel rispetto dei criteri definiti dall’Alta Corte, sono stati assunti due atti amministrativi: uno della Giunta regionale, che ha istituito il Comitato regionale per l’etica nella clinica (COREC), fra i cui compiti ci sono la consulenza etica su singoli casi, l’espressione di pareri non vincolanti relativi a richieste di suicidio medicalmente assistito e agli aspetti bioetici connessi alle attività sanitaria e socio-sanitaria; e le Istruzioni tecnico-operative inviate dall’Assessorato alle Politiche per la salute alle Aziende sanitarie, linee guida con le indicazioni operative per la gestione delle richieste di suicidio medicalmente assistito (SMA), dal ricevimento della richiesta del paziente e per tutto il percorso, attraverso l’istituzione di apposite Commissioni di valutazione di Area Vasta.

“L’alternativa, allo stato attuale, è rivolgersi a un giudice e aspettare un tempo imprecisato in condizioni estremamente dolorose, che non sempre possono essere alleviate da cure palliative - aggiunge la consigliera Dalfiume - cure che in ogni caso dovrebbero essere rese disponibili nelle strutture sanitarie, per tutti i malati che ne abbiano necessità e indipendentemente dall’intenzione di ricorrere al suicidio assistito - conclude Dalfiume - siamo tutti concordi sul fatto che spetta al parlamento legiferare su questo tema, ma d’altra parte la sentenza della Corte Costituzionale non può restare ulteriormente disattesa. Per questo, aldilà dei tecnicismi, in questo modo si sono create le condizioni per garantire il diritto e la dignità del malato, condizioni che restano in ogni caso in capo alle strutture del servizio sanitario pubblico, di competenza della Regione, si è definito il percorso per la discussione della legge in Assemblea legislativa, nel rispetto degli oltre 7mila sottoscrittori del Pdl”.

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